Gli interventi ascoltati al Convegno, tenuto al Carcere Borbonico, sul tema “Avellino Città aperta:Servizi e Mobilità”, hanno fatto aumentare la mia preoccupazione per il futuro dell’Irpinia e, ancora di più, di Avellino. Ho trovato il titolo riduttivo e fuorviante. I servizi e la mobilità sono capitoli di un progetto di sviluppo di un territorio, da soli rappresentano il nulla.
Strabismo politico
La quasi totalità degli interventi si collegavano semplicisticamente agli argomenti, che tengono impegnati la quasi totalità dei politici meridionali: l’Alta velocità e l’Autonomia differenziata. Dell’Alta velocità si è parlato nella logica di un collegamento della Calabria e della Basilicata con il Centro-Nord Italia,al quale l’Irpinia dovrebbe guardare. I risultati prodotti dall’Autostrada Roma-Napoli – Bari, che sono la concretizzazione di ciò che alcuni politici avevano affermato: l’Autostrada sorvolerà l’Irpinia e dimostrano che i trasporti possono aiutare lo sviluppo, non crearlo.
L'insegnamento di Rossi Doria
Le caratteristiche dell’economia attuale richiedono intelligenza tecnologica e creatività, per valorizzare le risorse del territorio, in coerenza con il pensiero di Rossi-Doria. A tal fine, ci vogliono le conoscenze adeguate e creatività. Come giustamente ha affermato Mitrione, Avellino e l’Irpinia devono guardare al Sannio e a Benevento per aspirare a velocizzare i collegamenti dei nostri territori con il Centro Nord. A proposito, mentre si chiedono altri tratti ferroviari, la Benevento- Napoli, Via Valle Caudina, utilizzata anche dai Comuni dell’Arianese e dell’ Ufita, è stata chiusa, provocando un danno enorme ai Comuni della Valle Caudina.
L'indifferenza che uccide le iniziative
Nessuno ha reagito, nemmeno quelli, che pretendono di essere considerati difensori delle Zone interne della Campania. Stesso comportamento per la strada a scorrimento veloce Valle Caudina-Pianodardine, che l’hanno lasciata a “mezza strada”, dopo aver tolto 50 Ha di terreno fertilissimo all’agricoltura caudina. Ovviamente, la Regione Campania è la prima responsabile. Nessuno pensa di rendere coltivabile l’immensa superficie abbandonata, di attuare una riconversione colturale delle produzioni esistenti e di utilizzare le Zone montane e collinari, creando anche tartufaie, di cui esistono, dal 1984, progetti, presso la Comunità Montana Partenio.
La Stazione da riportare in città
Inoltre, negli anni ’80, rendendoci conto che gli avellinesi trovavano scomodo raggiungere la Stazione ferroviaria cittadina, proponemmo di spostarla al Centro della Città. Il problema è ancora più attuale, ma nessuno ne parla. Ciò farebbe aumentare lo scambio e i rapporti tra zone complementari,come sono Napoli e l’Irpinia. Ci sono tanta altre risorse da valorizzare. Speriamo che dei problemi della zone interne parlino i competenti, non i ciarlatani