Di Somma e Capuano, un destino legato a doppio filo

Avellino, il futuro del direttore sportivo non potrà che coincidere con quello dell'allenatore

Avellino.  

“Inizialmente avevamo pensato di dare a Ignoffo una fiducia a tempo, poi mi sono confrontato con Di Somma e a quel punto mi si è palesato davanti un bivio: sconfessare Di Somma o allontanare Ignoffo. La nostra scelta è stata quella di proseguire con il direttore e affidare la guida tecnica a Capuano.” Nell'attesa della sfida casalinga con il Bari, la quiete del sabato sera permette di riavvolgere il nastro di una settimana concitata. Quella che l'Avellino si appresta a mandare in archivio. Quella, sul versante campo, dell'avvicendamento in panchina.

E così, riascoltando le parole del presidente Mauriello, viene quasi paradossalmente da pensare e dare nuovo significato ad altre parole, ovvero quelle proferite proprio da Ignoffo alla vigilia della partita con la Paganese: “Ce la dobbiamo giocare tutti al massimo perché sappiamo che, se così non fosse, a pagarne le conseguenze posso essere io, inizialmente, ma poi sarebbero i ragazzi, dato che, ovviamente, le attenuanti finirebbero.” aveva commentato l'ora ex tecnico dei lupi. Un messaggio rivolto alla squadra, ma può ora essere certamente esteso anche allo stesso Di Somma. E sì perché, pur senza dimenticare il ritardo con cui è partita la squadra e le lacune dell'organico, giocata la carta del capro espiatorio, gli alibi, adesso, sono finiti per tutti. Compreso il direttore sportivo, che a rigor di logica, oltre ad aver imposto l'avvicendamento in panchina con un “o io, o lui” reso pubblico, tra le righe, proprio dalle dichiarazioni del presidente, ha legato a doppio filo il suo destino a quello di Capuano.

Quel Capuano che oggi Di Somma ha affiancato in conferenza stampa in maniera tutto sommato inattesa e inusuale, quasi a voler ribadire, attraverso la sua semplice presenza fisica, la paternità del suo ingaggio. Se necessario e risolutivo, o meno, lo dirà il campo, ma di cui, senza ombra di dubbio, è pienamente responsabile: Claudio Mauriello dixit. Di Somma ha fatto un “all-in” con cui non gli resta che augurarsi che “sbancare”. Perché, in caso contrario, non ci sarebbe più spazio per nessuna “risposta non risposta” come quella sul mancato ricorso ai premi di valorizzazione, garantiti dal minutaggio di giovani italiani, su cui la società aveva preannunciato di far assoluto affidamento per trovare introiti esterni alle difficoltà economiche e giudiziarie; non ci sarebbe spazio per sorvolare sullo “sforamento di poco che ha reso necessario una seconda fideiussione, che non era in programma.” Non ci sarebbe spazio per svincolarsi, come oggi, prima con un “sono qui solo per fare compagnia a Ezio” e poi glissando sullo striscione di contestazione che lo chiama in causa in prima persona (in città ne stanno spuntando altri in questi minuti, come funghi, ndr).

Si, aveva proprio ragione Ignoffo: fuori lui, non ci sono davvero più scuse. Per nessuno. Compreso per il diesse, che aveva ed ha assoluta libertà di fare delle valutazioni tecniche e prendere delle decisioni. Anche dispetto di una classifica in linea con gli obiettivi stagionali. Anche preferendo non ascoltare e assecondare un diffuso e mai celato malcontento della piazza per la nuova guida tecnica. Così facendo, però, in discussione c'è più di tutti lui. Oltre il passato glorioso da calciatore. Oltre l'aver desiderato e poi accettato, a prescindere da ogni difficoltà, un ruolo che gli garantisse il ritorno nel suo amato Avellino. Onori e oneri.