Estasi Avellino, basta un lampo di Fella per fulminare il Bari

I biancoverdi ipotecano il secondo posto piegando i pugliesi al "Partenio-Lombardi"

estasi avellino basta un lampo di fella per fulminare il bari
Avellino.  

Tra Avellino e Bari sembrava destinata a vincere la tensione per l’importanza della posta in palio, sfociata in una sfida per larghi tratti senza grandi emozioni e con molti momenti di feroce agonismo. Si è presto capito, con l’andare del big match al “Partenio-Lombardi”, che solo un lampo avrebbe potuto decidere la gara. Magari quello di un bomber di razza, desideroso di tornare decisivo nel momento decisivo. Detto, fatto: zampata volante di puro tempismo e voglia di spaccare la porta, firmata Fella, sul finire del match. Preludio a una simbolica corsa sotto la Curva Sud, a fine gara, per dedicare il successo ai tifosi che hanno scortato la squadra fino allo stadio. Di più non si poteva, in tempo di Covid. Peccato, perché sarebbe stato uno spettacolo di entusiasmo strabordante. Festa grande pure per Braglia, che questa partita l'ha vinta già in settimana nel duello a distanza con il collega Carrera. Il secondo posto, adesso, è davvero a un passo. A tre giornate dalla fine del campionato, in attesa del recupero tra Juve Stabia e Catanzaro (a -8), i punti di vantaggio dei biancoverdi sui biancorossi tornano a salire a 7 e così, paradossalmente, adesso il distacco dalle inseguitrici va ponderato più sui calabresi che sui pugliesi, pur restano un punto fermo: l’Avellino era e resta ampiamente artefice del proprio destino; facendo il proprio percorso non aveva e non avrà bisogno di far calcoli, anche se, da oggi, c’è una certezza: conquistando solo 3 dei 9 a disposizione nei prossimi e ultimi 270 minuti, più recupero, di campionato, chiuderebbe davanti agli uomini di Carrera. Con 5 sarà secondo anche a prescindere dai risultati del Catanzaro. Piazzato un macigno più che un mattoncino sul palazzo di risultati positivi iniziato a venir su proprio a partire da un girone fa.

Le scelte di formazione confermano la partita a scacchi ampiamente preventivata alla vigilia: atteggiamenti tattici speculari e poche sorprese tra gli interpreti. Braglia conferma il preannunciato pugno duro escludendo dall’undici titolare Miceli (Maniero capitano) e Fella per Dossena e Bernardotto mentre a centrocampo D’Angelo stringe i denti a ritrova Carriero, guarito dal Covid. Carrera preferisce Rolando a Semenzato e Marras a D’Ursi sugli esterni di centrocampo, perde Bianco nel riscaldamento, gettando nella mischia Lollo dal primo minuto, e s’affida a Cianci e Antenucci in attacco. L’avvio di gara è bloccato, l'Avellino pressa alto, la gara è spigolosa fin dalle prime battute. Si fa notare solo Carriero per una pettinatura stile Ronaldo (quello del Brasile), ma formato quarantena in zona rossa. Per la serie: “don’t try this at home”. Il primo sussulto, in una partita di calci più che di calcio non è, naturale conseguenza, un tiro in porta, ma una caccia all’uomo. Al 21’, contatto a palla lontana tra Ciancio e Marras, che resta a terra. L’assistente Gualtieri della sezione di Asti richiama l’attenzione dell’arbitro D’Ascanio della sezione di Ancona e sembra chiedere il rosso scatenando l’ira dei calciatori dell’Avellino. Capannello di uomini, alla fine è solo giallo e l’ex Frattali schizza fuori dalla porta prendendosi pure lui un cartellino per proteste. Fioccano le ammonizioni, si scaldano gli animi e Carriero fa la parte del leone nella giungla. Un tiro velleitario di Bernardotto, l’altro di De Risio e il primo tempo è già finito.

Si riparte e l’Avellino sfiora il vantaggio, al 47’, con Dossena, che gira a rete su sponda di Luigi Silvestri, sporcando per la prima volta i guanti a Frattali. Al 60’, dentro Fella per Bernardotto. La mossa vincente di Braglia, che per rimanere in tema di partita da veri duri si prende un giallo pure lui. Al 62’, crolla a terra Luigi Silvestri dopo un tentativo di colpo di testa: sensazioni pessime, il difensore esce dal campo in barella e in lacrime; la caviglia sinistra non sembra promettere nulla di buono mentre si nota pure l’assenza del medico sociale Esposito. Entra Rocchi. Si riparte e forte ipnotizza Rolando. Il finale è pirotecnico. Al 75’, Maniero sbaglia uno stop incredibile su invito in rovesciata di Fella, che, allora, quando sul cronometro corre il minuto di gioco numero 83, si mette in proprio. Angolo di Aloi, corsa verso il nono centro in campionato anticipando Minelli col destro e pietrificando Frattali. Carrera ne ha di armi a disposizione, ma non riesce a cambiare volto ai suoi dalla panchina. Solo uno sterile assedio finale, con Cianci e Antenucci annullati da Dossena e Antenucci così come per tutta la durata della contesa. Al triplice fischio finale è tripudio avellinese. Impresa da brividi in un caldo pomeriggio di aprile.

Il tabellino.

Avellino - Bari 1-0

Marcatore: st 38' st Fella.

Avellino (3-5-2): Forte; L. Silvestri (19' st Rocchi), Dossena, Illanes; Ciancio, Carriero, Aloi (44' st De Francesco), D'Angelo, Tito; Maniero, Bernardotto (15' st Fella). A disp.: Pane, Rizzo, Laezza, Miceli, M. Silvestri, Errico, Adamo, Capone, Baraye. All.: Braglia.

Bari (3-5-2): Frattali; Minelli, Di Cesare, Perrotta; Rolando, Maita, De Risio, Lollo (39' st D'Ursi), Marras; Antenucci, Cianci. A disp.: Marfella, Fiory, Ciofani, D'Argenio, Candellone, Pinto, Lollo, Semenzato, Mercurio, Manè. All.: Carrera.

Arbitro: D'Ascanio della sezione di Ancona. Assitenti: Ceccon della sezione di Lovere e Gualtieri della sezione di Asti. Quarto ufficiale: Rutella della sezione di Enna.

Note: Ammoniti: Ciancio per condotta violenta; Carriero, Maita, Tito, Di Cesare, Lollo per gioco falloso; Dossena e Marras per reciproche scorrettezze; Frattali e Braglia per proteste. Angoli: 4-7. Recupero: pt 1', st 5'. Gara a porte chiuse.