Scandone: Firenze è un punto di non ritorno

Nella foto i tanti tifosi di Avellino che, di giovedì, hanno gremito gli spalti del MandelaForum

Avellino.  

Fuori dalla Champions League al termine della fase a gironi, fuori dalla Coppa Italia al primo match, al quarto di finale, con il primo posto in Italia, condiviso con Milano e Venezia, ma con un ko che mette tutto in discussione, in un vero e proprio punto di non ritorno della stagione. La Sidigas Avellino appare come incompiuta all'uscita dal MandelaForum di Firenze. Il parquet dell'impianto toscano ha garantito il sogno alla Vanoli Cremona con il 36enne Drake Diener (19 punti e 4/7 da 3), il 35enne Travis Diener (nessun punto, ma 8 assist), la forza di Darius Johnson-Odom (18 punti), la voglia di competere di Giampaolo Ricci (12 punti in 11 minuti). Sogno per i lombardi, incubo per la Scandone che, come avvenuto già nel febbraio 2017, dice addio alla Coppa Italia nella prima gara, sin dal quarto di finale.

Il quintetto base composto da Filloy, D'Ercole, Rich, Leunen e Fesenko ha inaugurato il match nel modo migliore: il centro ucraino dominante, spazio costruito per gli altri e lupi avanti 7-0 al 2' e 18-8 al 7'. Dal canestro di N'Diaye e con le prime rotazioni, Avellino perde colpi, spegne la luce, non trova più soluzioni pulite. Merito di Cremona, capace di adeguarsi alle soluzioni irpine, demerito chiaro anche di Avellino che non riesce a carburare e non trova carica da bordocampo al parquet. "Nella prima rotazione della panchina, abbiamo preso un parziale di 18-0. Nel terzo quarto quando abbiamo smesso di far circolare la palla contro la difesa 3-2. Abbiamo subito tanto in difesa e la rotazione della panchina non ci ha dato il giusto apporto": così nel post-gara si è espresso coach Stefano Sacripanti che si prende la responsabilità di non aver inserito gli uomini partiti dalla panchina e mancati al primo appello nella sfida.

Rich da 42 minuti, Leunen da 38, Filloy da 37, Fesenko da 34. Da contraltare, in particolar modo, i soli 12 minuti di Thomas Scrubb, leader e collante nel percorso verso il primato, il titolo di campione d'inverno, e richiamato in panchina al 35' senza poi far ritorno sul parquet. E' oggettivamente un punto di non ritorno nell'annata della Scandone che, ora, gioco-forza, si ritrova ad un bivio con un "nervosismo" e la "mancata gestione delle aspettative" - termini e concetti del coach biancoverde nel post-gara - che suonano come campanelli d'allarme nei sogni di gloria della Sidigas. In più, le rotazioni - soprattutto le scelte operate e le prove negative di Fitipaldo e Wells - appaiono come bocciature nella serata dell'amarezza per i tanti tifosi che, di un giovedì lavorativo, alle 18, hanno letteralmente costruito un nuovo PalaDelMauro al MandelaForum di Firenze. Un seguito clamoroso che avrebbe meritato miglior sorte. Una Scandone che resta amata dal suo pubblico nonostante il rammarico di un'ulteriore occasione sprecata.

Redazione Sport