“I nostri primi obiettivi sono ora la salvaguardia dei dipendenti e la ripartenza del ciclo dei rifiuti. La Samte, però dal 2016 ha accumulato 5milioni e 400mila euro di debiti ed io non sono assolutamente disposto a far pagare ai cittadini questi soldi. Non possiamo avere un approccio alle istituzioni così banale: dividere e far pagare a tutti”.
Non usa mezzi termini il presidente della Provincia di Benevento, Antonio Di Maria a decretare la parola fine, dopo mesi di speranze, progetti e fallimenti, alla Samte, la società interamente controllata dalla Provincia che si occupa della lavorazione dei rifiuti e del mantenimento dei gli impianti e discariche nel Sannio.
Una doccia fredda per gli oltre 53 dipendenti arrivata questa sera, al termine di una lunga giornata di riunioni e incontri con al centro proprio la sorte della società Samte che si avvia, dunque, alla messa in liquidazione a causa dei gravi debiti accumulati negli anni. Una situazione strana, trattandosi di un'impresa che tratta rifiuti. Il problema principale per il fallimento della Samte potrebbe ricercarsi nel mancato pagamento da parte di numerosi Comuni sanniti delle spettanze dovute per il ritiro dell'immondizia prodotta dai cittadini dell'intera provincia, a partire da Benevento. Ed ancora, la mancata chiusura della filiera dei rifiuti non ha mai portato utili all'azienda che produceva ecoballe da inviare al termovalorizzatore o rifiuti destinati a discariche o impianti di recupero tutti fuori provincia con un aggravio dei costi importanti.
“Purtroppo dai vari tavoli è emerso che la Samte versa in una condizione disperata, abbiamo inoltre la grave vertenza aperta con la Regione sulla perequazione”, ha spiegato Di Maria che poi aggiunge: “Con l'Ato cercheremo di rimediare a questa situazione pesantissima”.
Il numero uno della Rocca ha poi ribadito: “La salvaguardia dei posti di lavoro passerà purtroppo per i contratti di solidarietà”.
Per quanto riguarda gli impianti: “Stiamo lavorando ma non basta solo la nostra volontà. Lo Stir di Casalduni ha un grave problema dei costi pesantissimi per lo smaltimento di tutti i rifiuti presenti nel sito. A Questo punto serve concertazione con l'Ato”.
Ora l'Ambito territoriale ottimale per i rifiuti sarà dunque il protagonista dell'intera filiera - fatto salvo per Benevento che invece sembra voler scegliere il Sad, ovvero impianti autonomi di proprietà - e rappresenterà l'ancora di salvezza per i dipendenti della Samte.
“L'Ato in questi mesi si è strutturato ed ha prodotto numerosi atti per far sì che possa diventare operativo al più presto”, ha invece spiegato Pasquale Iacovella, presidente dell'ato Rifiuti sannita. E sui dipendenti Samte spiega: “Prendiamo atto di una situazione deficitaria. All'ato servirà una manodopera specializzata che sicuramente potremmo attingere dagli ex dipendenti dei disciolti Consorzi dei Rifiuti e dalla Samte”.
Una speranza legata però all'impiantistica. Secondo gli esperti, infatti, servirà un totale cambio di passo con lo Stir. Gli impianti si dovranno adeguare anche per la lavorazione e il riciclo dei rifiuti come evidentemente plastica, carta etc. E' dunque arrivato il momento anche per il Sannio di valorizzare i rifiuti.
Giornata nera per i dependenti delal Samte che per tutto il giorno hanno atteso l'esito dei numerosi incontri che di volta in volta si svolgevano all'interno della Rocca dei Rettori. Demoralizzati avevano atteso fino all'ultimo con la speranza di poter ricevere una buona notizia. Nulla da fare invece. ma quando è arrivata la decisione per la messa in liquidazione della loro azienda erano già andati via. "Siamo lavoratori onesti ed educati, perchè tutte queste forze dell'ordine", avevano infatti commentato quando hanno visto arrivare altre pattuglie della polizia.