“Siamo di nuovo qui a subire le conseguenze delle decisioni del governatore De Luca. E tutto questo perché l'unico modo in cui riesce a fare qualcosa ed a far parlare di se stesso è chiudere le scuole. La chiusura delle scuole quale panacea di ogni male virale”.
Tornano a ribadire la loro indignazione i genitori riuniti nel Comitato Scuola aperta.
“Non intervenire su questo o quell'altro aspetto della vita sociale (forse più degno di nota e di rilevanza) ma semplicemente chiudere le scuole. L'ultima volta che disse di voler fare qualcosa di diverso come risposta ebbe una vera e propria sommossa popolare. Forse anche noi genitori dovremmo fare lo stesso. Quel che resta è che si tratta di una decisione che per l'ennesima volta crea una sola conseguenza, rendere ancora peggiori le vite di alunni/studenti e di noi genitori. Genitori eventualmente e probabilmente alla presa con le terze dosi. E per quale motivo se le conseguenze sono queste. Resta il fatto che la decisione del governatore tratta indistintamente comuni più o meno colpiti dal contagio. Tratta alla stessa stregua aree densamente abitate ed aree dove è più facile incontrare un animale che una persona. Il nostro caro governatore non conosce mini zone, zone differenziate. No. Lui non fa figli e figliastri. O tutti o nessuno”.
E poi analizzano una situazione particolare.
“E che succede? - proseguono - Succede che in un paese come Forchia (Bn) la scuola viene chiusa senza che si sia verificato mai alcun cluster. La scuola viene chiusa in un paese dove considerando tutta la popolazione c'è un contagio attuale inferiore al 3%.
E che succede? Già è stato stabilito tutto. Si va in dad. Alcune associazioni dicono che in base alle previsioni normative il ricorso alla dad dovrebbe aversi solo in zona rossa. E siccome Forchia è a tempo pieno si va in dad 8 ore. Qualcuno sta cercando di capire se bisogna restare on line fra l'orario anti-meridiano e pomeridiano. Tornando seri, va detto che in molte scuole l'orario è stato rimodulato perché è impensabile mettere sullo stesso piano, anche in termini quantitativi, scuola in presenza e scuola a distanza. Infatti ci sono dirigenti che tenendo conto delle esigenze degli alunni/studenti e genitori, stanno cercando di capire come agire e se esistono strade alternative percorribili. Va precisato che nella scuola di Forchia sono presenti misuratori della qualità dell'aria e viene indossata la mascherina tutto il tempo. Inoltre Forchia è stata eletta quale scuola sentinella con possibilità di controlli periodici per valutare la situazione epidemiologica. Situazione questa palesata con tanto di consenso fatto firmare ai genitori. Nel frattempo cosa è successo? Niente. Niente di niente. Il problema è proprio questo. Quello che si poteva fare non si è fatto. E quello che si potrebbe fare non è preso in considerazione. Pensare che esista una soluzione unica è utopico, ma resta il fatto che a distanza di cinque mesi dall'inizio della scuola, la loro chiusura è l'unica decisione assunta. Come al solito gli alunni/studenti non sono al primo posto nelle valutazioni da fare prima di prendere una decisione. Non sono il fulcro ma solo l' oggetto della decisione. Per l'ennesima volta si intraprende la strada più facile”.
