“Un taglio ingiusto perché ai danni del territorio più fragile e più lontano dagli ospedali”.
E' in estrema sintesi la posizione del Comitato No Demedicalizzazione 118 Fortore Miscano che che lotta contro la scelta dell'Asl di Benevento di riorganizzare il servizio di emergenza operando un taglio dei medici sulle ambulanze nel Fortore.
Non si arrendono i cittadini che però chiariscono “nessun intento polemico ma la volontà di migliorare la situazione”.
Cinque proposte per migliorare il servizio
E infatti all'incontro promosso nell'aula consiliare di San Marco dei Cavoti hanno presentato un articolato dossier chiedendo l'utilizzo delle prestazioni aggiuntive, il servizio di reperibilità, mantenere le postazioni del 118 attive sul territorio, chiedere la convocazione della conferenza dei sindaci, l'ambulanza medicalizzata nel Miscano.
“Proposte elaborate dopo un'attenta analisi dei dati sull'intera provincia – ha spiegato il vice presidente del Comitato Andrea Cormano - che evidenziano come il numero degli interventi del 118 nell'Alto Sannio Fortore è tra i più alti del Sannio. E come alte siano anche le chiamate per codici rossi e gialli anche per l'età elevata dei cittadini di queste comunità”.
"Situazione grave, non possono esserci cittadini di serie B"
“Siamo di fronte ad una situazione grave – ha spiegato Giuseppe Fusco – Presidente Comitato No Demedicalizzazione 118 Fortore Miscano – con paesi lontani oltre 50 km dagli ospedali e con strade impervie da affrontare. Una situazione che già nella norma porta a sforare i 20 minuti previsti per gli interventi di emergenza. In poco meno di un mese, nell'agosto scorso, abbiamo raggiunto 5500 firme che sono state inoltrate al Presidente della regione, al sindaco di Benevento e al direttore dell'Asl di altrettanti cittadini preoccupati dalla situazione. Non abbiamo alcun intento polemico – aggiunge – ma vogliamo richiamare l'attenzione sulle esigenze di questa comunità, non possono esistere cittadini di Serie A e cittadini di serie B”.
L'Appello dell'Arcivescovo Accrocca: collaborazione per cambiare le cose
All'incontro tanti sindaci del comprensorio ma anche i vertici di organizzazioni sanitarie e dell'ordine dei medici. E da San Marco l'Arcivescovo di Benevento Felice Accrocca chiede soluzioni condivise “C'è un problema dobbiamo cercare la migliore soluzione possibile garantendo uguaglianza. Pochi giorni fa il Papa ha parlato proprio di queste questioni che riguardano le aree interne avvalorando i discorsi che affrontiamo. Credo che sia indispensabile ridare dignità a queste terre altrimenti il rischio è che queste zone siano deserte”. E dunque lancia l'appello “Necessario invertire il trend, cambiando il corso delle cose”.
“Sia come ordine che come federazione nazionale – spiega ancora il Presidente dei Medici di Benevento Giovanni Ianniello – abbiamo assunto una posizione contraria alle ambulanze senza medico, in modo particolare quando si trattava di passare competenze a non medici. Nel Sannio la demedicalizzazione ha diverse motivazioni tra cui la carenza di personale ma questo non giustifica alcune scelte. Considerato anche il territorio sarebbe più semplice demedicalizzare le zone più vicine ai centri ospedalieri. In ogni caso è necessario collaborare e trovare un incontro per concordare le scelte con il territorio”.
“Di demedicalizzazione si parla, in Regione Campania, dal 2014 – ha chiarito l'ex direttore del distretto Nord Est Gelsomino Ventucci – ma aveva però altre ragioni. Oggi invece il procedimento adottato priva di medici i due presidi Psaut, individuati dalla regione per essere collocati in posizioni strategiche e dare assistenza alle popolazioni bisognose. Non sono favorevole a demedicalizzare i presidi Psaut (dove il cittadino si reca senza passare per la centrale operativa). Inoltre in un paio di casi il sistema è andato in default preoccupando la popolazione. Ora credo sia necessario trovare una soluzione condivisa”.
