Antonia, viva per miracolo, fa i primi passi, Mario non vuole parlare del padre

Il dramma di Paupisi, il duplice omicidio

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Benevento.  

Risponde con estrema cortesia al telefono, ma la conversazione si annuncia immediatamente complicata perchè ha pochissima, quasi nulla, voglia di parlare. Come non capirlo, Mario. Dal 30 settembre, quando il padre Salvatore Ocone, 58 anni, di Paupisi ha ucciso la moglie, Elisa Polcino, 49 anni, e Cosimo, 15 anni, colpendoli con una pietra del peso di 12 chili con la quale aveva ridotto in fin di vita anche la figlia Antonia, 17 anni, la sua esistenza è stata drammaticamente stravolta.

Tutt'intorno c'è aria di festa per il Natale che sta arrivando, ma Mario non può sentirla. La fiammella della speranza viene alimentata da una notizia che riempie di gioia il cuore di tutti: Antonia sta facendo riabilitazione, migliora, ha anche iniziato a fare qualche passettino. Un bagliore in fondo ad un tunnel che andrà percorso fino in fondo, fino all'uscita.

“E' stato bello – si lascia andare per un attimo- vedere tanta gente alla cena solidale organizzata in paese qualche giorno fa. Una testimonianza di vicinanza ed affetto che mi ha davvero emozionato”. Adesso, il traguardo successivo è cercare di assicurare a Mario un lavoro più stabile, perchè – prosegue – “al momento non posso tornare a Rimini”, dove faceva il cameriere.

Inutile chiedergli se per un attimo abbia rivolto un pensiero al papà, da tre mesi in carcere con un'accusa pesantissima. "Non me la sento", spiega. Le parole non trovano la forza per essere pronunciate, il silenzio è seguito dal saluto e dalla conclusione della breve chiacchierata. Mario non può tornare a Rimini, Antonia ha bisogno di lui, del suo amore. Antonia e Mario, due fratelli uniti in una tragedia che e ha segnato per sempre la vita.