"Con grande convinzione abbiamo presentato la “nostra” lista, non di persone, ma di temi. Comunità che Cambiano Comunità, un progetto sfidante, perché parte proprio dalle comunità, consapevoli della forza propulsiva che possono esercitare".
Così in una nota il coordinamento di Libera Benevento a margine delle elezioni che hanno decretato la composizione del nuovo consiglio e presidenza della Regiona Campania.
"Non esprimiamo - spiega il coordinatore Michele Martino - pareri in merito agli esiti partitici, che vanno sempre rispettati, indipendentemente dai propri orientamenti, perché espressione del popolo che è sovrano. Ma qualche osservazione prettamente politica abbiamo la responsabilità di farla. Non ha vinto l’astensionismo, come semplicisticamente leggiamo, così come non possiamo accettare facili conclusioni come l’aver preferito restare a casa.
Con un astensionismo così alto, a perdere è sempre la Politica, in quanto oltre il 50% degli elettori ha scelto consapevolmente di non votare e non di restare a casa. È con questa prospettiva che bisogna approcciarsi ad una certificata crisi democratica. I partiti devono intestarsi il problema ed iniziare una seria operazione interna di cambiamento.
L’astensionismo non è pigrizia o irresponsabilità, un’aliquota ci sarà pure, ma il grosso è rappresento da sfiducia, malcontento e disillusione. Non si crede più e da qui la perdita di credibilità, che possa essere la politica il luogo, il pensiero e lo strumento per cambiare e migliorare la vita delle comunità.
Le esigenze collettive sono solo la somma delle singole, alle quali trovare individualmente le soluzioni.
Una disillusione - precisa Libera - dettata da comportamenti opachi, scelte discutibili, ambiguità, alleanze frutto solo di intese algebriche e non di visioni comuni. Lacerazioni interne ai partiti, litigiosità, personalismi, familismo, reclutamenti e transumanze non fanno altro che allontanare il popolo dai partiti perché i politici si sono allontanati dalle persone.
Lo abbiamo detto e lo ribadiamo con convinzione: Clientelismo, corruzione, malaffare ed astensionismo rappresentano una miscela esplosiva per la tenuta democratica del Paese.
In questo modo i voti diventeranno sempre di più pacchetti inamovibili, proprietà privata a sostegno dei poteri e dei potenti di turno.
Riconoscendogli anche la legittimazione democratica.
Con il nostro documento abbiamo posto al centro del pubblico dibattito ( per i candidati che hanno accettato almeno di prenderne visione) tematiche che riteniamo cruciali per una Campania libera dai clan, dalla corruzione, dal clientelismo e dal malaffare.
Al Presidente Fico auguriamo buon lavoro, così come lo auguriamo ai consiglieri Mastella ed Errico. Invitandoli sin da ora ad un confronto costruttivo nel merito delle nostre istanze. Partendo dal tema dei beni confiscati. Parlare di aree interne vuol dire parlare di lavoro, di giovani, opportunità da cogliere e costruire insieme. Come il riutilizzo sociale dei beni confiscati alle mafie. “Ne abbiamo un numero molto elevato rispetto alle caratteristiche del nostro territorio”, come ci sollecitava sempre il Procuratore Policastro.
Chiederemo ai consiglieri Sanniti di mettere al centro del loro mandato il tema dei beni confiscati, partendo da quello presente nel comune di Castelvenere, per poi attenzionare quello di Dugenta e responsabilizzarli per il futuro dell’unico bene confiscato che al momento è stato riconvertito, vale a dire nel comune di Melizzano. Ma occorre un’azione seria, attenta e programmatica anche per gli altri beni presenti nella provincia sannita. Si necessiterà del supporto indispensabile della Regione Campania.
Chiederemo di farlo con il nostro stile. Coinvolgendo le comunità, le scuole, le associazioni, le amministrazioni. Secondo quello che abbiamo definito il “modello Castelvenere” Il tema dei beni confiscati non è una questione di palazzo, chiusa, privata e privatistica.
I beni vanno restituiti alle comunità attraverso percorsi partecipati, condivisi, di comune progettazione.
Da beni confiscati a beni comuni.
Su questo tema, così come quello della memoria, del gioco d’azzardo, della corruzione, dell’educazione e della difesa del Sannio dalle infiltrazioni camorristiche, invitiamo i neo consiglieri ad un cammino condiviso, auspicando ascolto e collaborazione.
La credibilità dello Stato nella lotta alle mafie passa anche attraverso una politica attenta al tema del riutilizzo sociale ed istituzionale del patrimonio sottratto alle organizzazioni criminali".
