Travolto da una frana in uno scavo a 50 anni, in 7 a giudizio

Nell'agosto 2015, ad Arpaia, la tragica morte di Pietro Presti, operaio di Apollosa

Benevento.  

Tutte rinviate a giudizio dal gup Loredana Camerlengo le sette persone coinvolte a vario titolo nell'indagine del sostituto procuratore Assunta Tillo e dei carabinieri sulla morte di Pietro Presti, 50 anni, l'operaio di Apollosa che il 31 agosto del 2015, ad Arpaia, aveva perso la vita dopo essere stato travolto da una frana che lo aveva intrappolato fino all'altezza della testa. Un tragico incidente sul lavoro. 

Dovranno affrontare il processo, che prenderà il via il prossimo 22 giugno, Giuseppina La Selva, 74 anni, di San Martino Valle Caudina, amministratore unico della 'Appalti generali srl', che stava eseguendo l'intervento; Annibale e Michelangelo Pancione, 43 e 51 anni, di San Martino Valle Caudina, soci della stessa impresa, Gianluca Esposito, 47 anni, di Taranto, coordinatore della sicurezza, Eugenio Pirozzi, 52 anni, di Montesarchio, preposto della 'Appalti generali, Enrico Pallotta, 54 anni, di San Martino Valle Caudina, dipendente del Comune di Arpaia e responsabile del procedimento per l'appalto, Mikola Chikalyuk, 56 anni, di San Martino, operaio, difesi, tra gli altri, dagli avvocati Nino Lombardi, Massimiliano Cornacchione e Fabio D'Alessio.

L'incubo si era materializzato nel cantiere aperto in via Carducci per l'ampliamento della rete fognaria del centro caudino. Pietro, padre di due figli di 20 e 12 anni, era in uno scavo profondo un paio di metri, una massa di terreno si era staccata all'improvviso e lo aveva investito, schiacciandolo. Avevano provato a liberarlo, c'erano riusciti, ma a quel punto non c'era già più alcunchè da fare per lui. Inutile, purtroppo, ogni soccorso.

Questa mattina l'udienza preliminare e la decisione di spedire a giudizio gli imputati, due dei quali avevano chiesto, inutilmente, di patteggiare. I familiari della vittima, parti civili, sono assistiti dall'avvocato Claudio Barbato.

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