Ponte di ferro, estorsioni: chieste 4 condanne e 3 assoluzioni

Le conclusioni del pm della Dda nell'indagine di carabinieri e finanza

Benevento.  

Quattro condanne e tre assoluzioni sono state chieste dal pm della Dda Luigi Landolfi nel rito abbreviato per sette delle nove persone – una decima è nel frattempo deceduta - coinvolte nell'indagine dei carabinieri della Compagnia di Maddaloni e della Finanza di Benevento che era balzata agli onori delle cronache lo scorso 17 aprile.

In particolare, queste le pene proposte: 18 anni a Giovannina Sgambato, 68 anni, di San Felice a Cancello; 12 anni a Enzo Ruotolo, 43 anni, di San Felice a Cancello; 10 anni a Vincenzo Barbato Iannucci, 42 anni, di Castelvenere, finanziere in servizio a Solopaca; 18 anni a Michele Lettieri, 54 anni, di Pignataro Maggiore.

L'assoluzione è stata invece chiesta per Vincenzo D'Onofrio, 50 anni, di Airola, Orazio De Paola, 56 anni, di San Martino Valle Caudina, Nicola Panella, 54 anni, Montesarchio. Ha invece scelto il rito ordinario Domenico Servodio, 39 anni, di Rotondi, mentre è stata stralciata la posizione di Vincenzo Carfora, 49 anni, di Forchia, ritenuto incapace di stare in giudizio e incompatibile con la detenzione carceraria. Disposto invece un supplemento di perizia per accertarne l'incapacità di intendere e volere al momento del fatto.

Il 13 novembre la parola passerà ai difensori: gli avvocati Pietro Romano (per Sgambato), Antonio Leone (per Iannucci), Pierluigi Pugliese e Mario Cecere (per Panella), Vittorio Fucci (per Carfora e D'Onofrio), Dario Vannetiello (per De Paola), Alessandro Barbieri (per Lettieri), Marianna Febbraio (per Ruotolo), Mauro Clemente (per Servodio). Esaurite le arringhe, il Gup si ritirerà per la decisione.

Associazione per delinquere di stampo mafioso, estorsione e tentata estorsione aggravate dalle finalità camorristiche: queste le accuse prospettare nell'ordinanza di custodia cautelare in carcere eseguita ad aprile a carico di Carfora, Iannucci, Lettieri, Ruotolo e Sgambato, 68 anni, anch'ella di San Felice a Cancello. Il provvedimento era poi stato annullato dal Riesame per Iannucci, tornato dunque in libertà. Nessuna misura era invece stata adottata nei confronti di D'Onofrio, De Paola, Panella, Servodio ed un 56enne di Cervinara, poi scomparso.

Nel mirino degli inquirenti l'esistenza di un presunto clan, guidato da Michele Lettieri, che nella Valle di Suessola avrebbe raccolto l'eredità di quello dei Massaro. Attenzione puntata su due estorsioni tra San Felice a Cancello e Montesarchio e una terza, solo tentata, a Paolisi. Episodi che risalgono al periodo tra settembre ed ottobre 2015, quando sarebbe stato corso il rischio di rompere la 'pax' fissata dal limite territoriale del 'ponte di ferro' all'ingresso di Arpaia.

Ad una estorsione, consumata ad Arpaia, zona ad influenza casertana, ed attribuita al clan Pagnozzi nella versione offerta in giro da uno degli autori, sarebbe infatti seguito uno sconfinamento a Paolisi, con il tentativo di imporre il pizzo ad un'attività imprenditoriale di Paolisi. Una situazione di conflittualità che sarebbe stata composta dalla mediazione assicurata da personaggi considerati vicini ai Pagnozzi e a Lettieri.

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