Quell'anziano denutrito lasciato senza vita dinanzi al Rummo

A processo la 64enne che a febbraio aveva abbandonato a Benevento un 85enne di Grottaminarda

quell anziano denutrito lasciato senza vita dinanzi al rummo
Benevento.  

Fissato dal gip Gelsomina Palmieri, che ha accolto la richiesta del sostituto procuratore Marilia Capitanio, il giudizio immediato a carico di Pierina Gogliucci (avvocato Gerardo Giorgione), 64 anni, originaria della provincia di Salerno, arrestata dalla Squadra mobile per l'abbandono di Mario Castellano, l'85enne di Grottaminarda che accudiva da dodici anni, rinvenuto senza vita nella tarda serata dello scorso 15 febbraio in un parcheggio in via Pacevecchia, a Benevento.

Dopo tre mesi nella casa circondariale di contrada Capodimonte, la donna è da maggio, alla luce dell'incompatibilità tra le sue condizioni psichiatriche e il regime carcerario, sottoposta alla libertà vigilata in una struttura specializzata. L'appuntamento dinanzi alla Corte di assise è in programma il 27 novembre.

Come più volte ricordato, Mario non era sposato, di lui si occupava Pierina, che non gli avrebbe però riservato l'assistenza che necessitava. Affetto da più patologie e costretto all'immobilità a letto, era molto denutrito. Il suo cuore aveva resistito fino a quando, stremato, aveva smesso di battere per sempre. Intorno alle 13 del 15 febbraio, aveva sostenuto Pierina, che aveva affermato di aver atteso almeno due ore, “perchè il suo spirito vagava per casa”, per avvolgerlo in una coperta, una trapuntina ed una tovaglia da tavola ed adagiarlo in una bacinella grande con la quale lo aveva caricato a bordo della sua Lupo, per trasportare Mario a Benevento, esaudendo, a suo dire, il suo desiderio: essere portato al Rummo, dove era già stato ricoverato e curato, perchè lì lo avrebbero riconosciuto.

Una volta arrivata nel capoluogo sannita, aveva deciso di non guadagnare l'accesso all'ospedale – questa la sua versione – nel timore che le potesse essere addebitato qualcosa. Aveva proseguito per alcuni metri, fino a quella piazzola di sosta. Intorno alle 20 era scesa dall'auto, aveva tirato fuori la conca ed aveva provato inizialmente ad appoggiare Mario su una panchina.

Non ce l'aveva fatta, allora lo aveva lasciato sull'asfalto ed era andata via. Non prima di essersi fatta il segno della croce e di aver 'benedetto' allo stesso modo quel corpo esanime che era rimasto lì, da solo. I familiari dell'85enne, parti offese, sono rappresentati dall'avvocato Roberto Pulcino.