Sono incinta, lo dico a tua moglie. E lui si era tolto la vita

Processo ad una 44enne accusata di istigazione al suicidio di un arianese e tentata estorsione

sono incinta lo dico a tua moglie e lui si era tolto la vita

Per un altro imputato l'addebito di favoreggiamento della prostituzione

Benevento.  

E' una storia segnata anche da una tragedia, dalla terribile scelta di un uomo di Ariano Irpino, che l'aveva fatta finita impiccandosi in un capannone. Era il 31 ottobre del 2017, e quel gesto, secondo gli inquirenti, sarebbe stato compiuto perchè l'autore era terrorizzato dalle minacce che gli avrebbe rivolto una donna: avrebbe rivelato i loro incontri alla moglie se lui, al quale aveva fatto credere di essere rimasta incinta, non le avesse dato una somma di denaro.

Una vicenda assurda, racchiusa nelle accuse di tentata estorsione ed istigazione al suicidio contestate a Sonia Matei (avvocato Luca Cavuoto), 44 anni, nazionalità rumena, residente a San Giorgio del Sannio, e di favoreggiamento della prostituzione, prospettata nei confronti di Francesco Festa (avvocati Vincenzo Sguera e Luigi Diego Perifano), 65 anni, di Benevento. Nello scorso gennaio il loro rinvio a giudizio, questa mattina l'apertura del processo dinanzi alla Corte di Assise – i familiari dell'uomo ed un'altra persona, parti civili, sono rappresentati dall'avvocato Giusepe Romano -, che ha stilato un calendario delle prossime udienze: 11 dicembre, quando verrà conferito l'incarico per la trascrizione delle intercettazioni, 5 febbraio, 5 e 19 marzo del prossimo anno.

I due imputati erano stati destinatari nel 2019 di una ordinanza di custodia cautelare adottata in una indagine del sostituto procuratore Marcella Pizzillo e dei carabinieri: Matei era finita in carcere, Festa ai domiciliari. Al termine degli interrogatori di garanzia, il gip Gelsomina Palmieri aveva disposto gli arresti in casa per l'allora 43enne ed aveva rimesso in libertà Festa, revocando il provvedimento nei suoi confronti.

Comparsa dinanzi al giudice, Matei si era definita una vittima di coloro che ne avrebbero approfittato, presentandosi come single e promettendole soldi dopo aver avuto con lei rapporti sessuali. Sparendo poi nel nulla e senza rispettare quella promessa. Anche l'uomo che si era poi tolto la vita si sarebbe comportato come gli altri: inizialmente avrebbe detto di non essere sposato, poi avrebbe ammesso il suo status, invitandola a non dargli più fastidio quando era stato sollecitato a mantenere fede agli impegni. Di qui il suo risentimento, espresso nell'intenzione di spifferare tutto alla coniuge.

Prima di chiudere per sempre i conti con la sua esistenza, lui aveva inviati via whatsappa alcuni messaggi vocali alla cittadina straniera, cercando di farla desistere. Frasi alle quali Sonia Matei aveva fornito la sua interpretazione. In soldoni: perchè avrei dovuto credere che si sarebbe suicidato?

La Procura ritiene che lei avrebbe adottato lo stesso modus operandi anche con altri tre uomini – le vengono contestate anche un'altra estorsione e due tentate estorsioni -, uno dei quali le sarebbe stato procacciato da Festa. Che, a sua volta, aveva respinto ogni addebito. Spiegando di aver conosciuto la donna in un locale e di aver dato il suo numero di telefono ad un amico, in aiuto del quale era intervenuto quando era stato destinatario di richieste di denaro. Voleva evitare che Matei continuasse nelle sue pretese, ecco perchè, con l'obiettivo di allontanarla, le aveva detto che che le avrebbe procurato altri clienti. Un unico episodio, al quale, da quel momento, non era seguito più alcun contatto.