Sesso a pagamento in due abitazioni, in tre a giudizio

Contestati lo sfruttamento ed il favoreggiamento della prostituzione

sesso a pagamento in due abitazioni in tre a giudizio
Benevento.  

Lo stralcio della posizione di una 38enne imputata straniera che risulta irreperibile – è rappresentata dall'avvocato Giuseppe Nardone -, il rinvio a giudizio degli altri tre. Sono le decisioni adottate dal gup Loredana Camerlengo per le quattro persone – una quinta è nel frattempo deceduta – coinvolte a vario titolo in una indagine, diretta dal sostituto procuratore Marilia Capitanio e condotta dalla Squadra mobile, contro lo sfruttamento e il favoreggiamento della prostituzione.

Il processo è stato disposto per Yuverquis Martinez Perez Galati (avvocato Gerardo Giorgione), 49 anni, nazionalità dominicana, all'epoca domiciliata a San Martino Sannita, Rinaldo Russo (avvocato Alberto Mignone), 89 anni, di Ceppaloni, Francesco Varricchio (avvocato Alessandro Della Ratta), 76 anni, di San Leucio del Sannio. Si tratta di un'inchiesta che tra ottobre e dicembre del 2018 era sfociata in alcune misure cautelari -arresti e obblighi di firma, poi via via revocati – e nel sequestro di due immobili.

Il primo a finire nel mirino era stato uno stabile in via Traiano Boccalini, al rione Ferrovia, di proprietà di Russo, che, sostiene l'accusa, sarebbe stato dato in locazione a Yuverquis Martinez Perez Galati. Un'abitazione che lei avrebbe adoperato per un'attività di prostituzione esercitata da una connazionale. Per questo filone era stato chiamato in causa un 70enne, poi deceduto, che si sarebbe occupato, oltre che dei contratti per la fornitura di luce e gas, anche di prelevare alla stazione ferroviaria le ospiti e di accompagnarle in auto in via  Boccalini.

A distanza di due mesi, poi, i sigilli erano stati apposti ad un immobile al Casale Maccabei, di cui Varricchio è proprietario, fittato alla 38enne di cui non si hanno più notizie, che l'avrebbe usato per il mestiere più antico del mondo. Alo stesso Varricchio viene anche addebitato un presunto sfruttamento della prostituzione di un trans, non identificato, al quale avrebbe chiesto 25 euro per ogni giorno trascorso nella sua casa. Un importo che avrebbe cercato di recuperare attraverso l'intervento del 70enne.