Prestiti con interessi usurari e riciclaggio, una condanna e due assoluzioni

5 anni ad Alfonso Masone, assolti il figlio Eugenio e Antonio Bovio

prestiti con interessi usurari e riciclaggio una condanna e due assoluzioni
Benevento.  

Una condanna e due assoluzioni al termine del processo a carico delle tre persone di Benevento che nell'aprile del 2019 erano state rinviate a giudizio a vario titolo in una indagine antiusura del sostituto procuratore Patrizia Filomena Rosa e della guardia di finanza.

La condanna a 5 anni, e ad una multa di 9mila euro, è stata decisa per Alfonso Masone (avvocati Vittorio Fucci e Anna Corraro), 81 anni, nei confronti del quale è stata invece dichiarata l'intervenuta prescrizione dell'addebito di esercizio arbitrario dell'attività finanziaria. Assolti Eugenio Masone (avvocato Fucci), 59 anni, per non aver commesso il fatto, e, perchè il fatto non costituisce reato, Antonio Bovio, 78 anni, difeso dall'avvocato Luigi Giuliano, che rispondeva di riciclaggio.

Il pm Rosa aveva proposto la condanna dei tre imputati alle seguenti pene: 5 anni ai due Masone, 3 a Bovio.

Nel mirino degli inquirenti erano finiti 520mila euro erogati in 164 prestiti complessivi, dal “2007 all'attualità”, ad imprenditori (uno dei quali deceduto), pensionati, impiegati e disoccupati. Undici persone in condizioni di difficoltà economica, alle quali sarebbero stati chiesti presunti tassi di interesse usurari.

L'accusa di usura era contestata ai due Masone, con Eugenio chiamato in causa perchè avrebbe contattato due debitori dopo l'arresto del padre nel 2013,ed il genitore indicato come colui che avrebbe prestato i soldi: cifre comprese tra 1500 e 70mila euro, che nel caso del titolare di una ditta avrebbero raggiunto l'importo di circa 400mila euro. Prestiti sui quali lo stesso Alfonso Masone avrebbe riscosso, o si sarebbe fatto promettere, come detto, interessi giudicati usurari.

Per Bovio, invece, l'addebito di riciclaggio, prospettato perchè avrebbe immesso “nel circuito economico-finanziario, direttamente o reimpiegandolo in alcune attività commerciali”, un importo di oltre 230mila euro “attraverso lo scambio di assegni con Alfonso Masone”.