"Botte e minacce a detenuto", no a misure per sei agenti penitenziari

Appello del Pm, il Riesame conferma la decisione del Gip per operatori della struttura di Airola

botte e minacce a detenuto no a misure per sei agenti penitenziari
Benevento.  

E' un inchiesta che, come anticipato da Ottopagine, si è chiusa nello scorso febbraio ed ora fa registrare una ulteriore novità: il Riesame ha infatti rigettato l'appello del sostituto procuratore Assunta Tillo contro il no del gip Loredana Camerlengo all'adozione di misure interdittive nei confronti di sei uomini e donne della polizia penitenziaria in servizio presso l'Istituto penale minorile di Airola: tra loro la comandante. Sono stati chiamati in causa, a vario titolo, per le ipotesi di reato di violenza privata, falso e concussione, ravvisate in una vicenda di cui avrebbe fatto le spese un detenuto, vittima di presunte violenze e botte.

I fatti si sarebbero verificati a cavallo tra il 26 marzo ed il 1 aprile del 2019 all'interno della struttura, successivamente al rinvenimento ed al sequestro, da parte degli agenti, di due cellulari nella stanza di un ospite, napoletano. Secondo gli inquirenti, durante l'interrogatorio al quale sarebbe stato sottoposto il 26 aprile, il giovane, che si era assunto la responsabilità del possesso dei due apparecchi, sarebbe stato costretto a rivelare i nomi di ulteriori responsabili dell'introduzione dei telefonini nel carcere. Mentre era seduto, sarebbe stato colpito ripetutamente; poi, quando aveva tentato di fuggire, sarebbe stato inseguito lungo il corridoio, messo in un angolo, aggredito e picchiato.

Nel mirino, inoltre, quanto sarebbe avvenuto a distanza di qualche giorno: il 1 aprile, quando al recluso sarebbe stato intimato di non riferire ciò che gli sarebbe capitato, altrimenti avrebbe rischiato una denuncia per oltraggio a pubblico ufficiale. Nella stessa circostanza – sostiene l'accusa- gli sarebbe stato detto che se li avesse un po' aiutati, loro avrebbero fatto altrettanto: il tutto per costringerlo a presentare una dichiarazione orale di rinuncia al diritto di querela. Attenzione puntata, infine, sulla relazione nella quale era stato descritto l'episodio del 26 aprile, di cui sarebbe stata fornita, a detta del Pm, una falsa rappresentazione.

Un quadro rispetto al quale la dottoressa Tillo avrebbe voluto l'applicazione di misure interdittive, respinte però dal Gip. Da qui l'appello al Riesame, che non ne ha però accolto la richiesta avanzata a carico dei sei operatori, difesi dagli avvocati Antonio Leone, Paolo Abbate, Vittorio Fucci, Francesco Perone, Cosimo Zaccaria, Gianluca Grasso.