Dehors nel centro storico e non solo, quindici commercianti a giudizio

A maggio il processo dinanzi al giudice Sergio Pezza

dehors nel centro storico e non solo quindici commercianti a giudizio
Benevento.  

Sono quindici le persone citate direttamente a giudizio dal sostituto procuratore Assuna Tillo nell'inchiesta,dei carabinieri del Patrimonio culturale di Napoli sui dehors, le strutture installate dinanzi ai locali nel centro storico e non solo.

Il processo, fissato dinanzi al giudice Sergio Pezza per il 10 maggio del prossimo anno, rigurada i titolari-legali rappresentanti delle seguenti attività: Gianmarco Polizia junior ('Paisà – via Odofredo), Vincenzo Pozzuto ('Pizzeria romana'- Corso Garibaldi), Pasquale Iodice ('Glam Lounge Bar' - via Umberto I), Giuseppe Muscetti ('Caffè Chiostro'- Corso Garibaldi), Giulia Giantomasi( 'Caffè Le Trou'- Corso Garibaldi), Mattia Borzillo ('82Cento'- Viale Principe di Napoli), Francesco Pagliuca ('Bar Alhoa' - Corso Garibaldi-), Tommaso Alvino ('Bar Penelope Caffè' - via Gregorio VIII), Salvatore Guadagno ('Bar Babbi Cantina Caffè'- Viale Atlantici) , Giovanni Iannace ('Bakery Caffè' - Corso Garibaldi), Gerardo De Falco ('Bar La Buca'- Corso Garibaldi), Pasquale Nardone ('Caffè del Corso'- Corso Garibaldi), Laura Izzo ('Bar Haiti'- Corso Garibaldi), Bruno D'Aniello ('Bar Massimo'- via Perasso-) e Marilisa Pinto ('Antica pizzeria Palazzo'- via Posillipo), difesi dagli avvocati Antonio Leone, Vincenzo Sguera, Sergio Rando, Alberto Mignone, Mario Verrusio, Marcello D'Auria, Mario Palmieri, Fabio Palummo, Fabio Russo, Gianmarco Bosco, Fabio Pannone, Gennaro Iannotti, Raffaele Tibaldi, Nazzareno Lanni, Andrea De Longis, Marco Ascione e Andrea Ricciardi

Come più volte ricordato, si tratta di una inchiesta che, avviata nel 2018 da una segnalazione alla Soprintendenza, era rimbalzata all'onore delle cronache nel 2019, quando era stato disposto il sequestro delle strutture di otto negozi, poi annullato dal Riesame. Il lavoro investigativo era poi stato rialimentato, nell'agosto dello stesso anno, da una ulteriore verifica dei militari, dalla quale era emerso che “le strutture esterne installate negli spazi antistanti le attività commerciali”, per le quali la Soprintendenza aveva dato parere negativo, “si trovavano nelle medesime condizioni in cui erano all'epoca dei precedenti accertamenti, pur se con tende aperte o chiusure laterali rimosse”.

Da qui il nuovo sequestro nel maggio del 2020, eseguito mentre i locali erano chiusi per il lockdown, che aveva colpio Bar Caffè Le Trou' , 'Bar Massimo', 'Baker Caffè', 'Bar Chiostro', 'Pizzeria romana', 'Caffè del Corso' e 'Bar La buca'. Lo aveva ordinato il gip Vincenzo Landolfi, sottolineando che gli esercizi commerciali 'incriminati' si trovano in pieno centro storico di Benevento e che “il suolo pubblico che occupano costituisce bene culturale oggetto della tutela, anche penale, prevista” da un Decreto legislativo del 2004. Inoltre, le strutture “sono state realizzate in assenza dell'autorizzazione della Soprintendenza, richiesta dal Decreto per l'esecuzione di opere e lavori di qualunque genere su beni culturali”.

Anche il secondo sequestro era però stato annullato dal Riesame, al quale le difese avevano offerto i loro argomenti, facendo notare come il 'Decreto rilancio' avesse stabilito che fino al 31 ottobre la posa in opera di strutture amovibili non è subordinata alle autorizzazioni (per beni culturali, paesaggistica). La decisione del Tribunale era poi stata confermata dalla Cassazione, che aveva dichiarato inammissibile il ricorso presentato dalla Procura.