Morto schiacciato mentre lavorava in uno scavo, chiesti sei rinvii a giudizio

Nel settembre del 2019, a Torrecuso, il dramma costato la vita ad un 57enne di Paupisi

morto schiacciato mentre lavorava in uno scavo chiesti sei rinvii a giudizio
Benevento.  

Sette mesi fa – nel settembre del 2021-, complice l'assenza, eccepita dalle difese, di alcuni documenti, a differenza del fascicolo elettronico, in quello cartaceo, gli atti erano stati trasmessi dal gup Maria Di Carlo nuovamente alla Procura, che ora ha avanzato una ulteriore richiesta di rinvio a giudizio per le sei persone coinvolte nell'inchiesta del sostituto procuratore Maria Colucci sulla morte di Vincenzo Iannella, 57 anni, di Paupisi, avvenuta l'8 settembre del 2019 mentre a Torrecuso stava lavorando, per conto di un'impresa del posto,agli interventi di rifacimento delle fogne per l'istituto comprensivo del paese.

Dovranno presentarsi dinanzi al gup Loredana Camerlengo, il prossimo 26 ottobre, Nina Cerulo (avvocato Giuseppe Cerulo), 51 anni, amministratrice unica della 'Laepo', l'impresa esecutrice dei lavori, Robertino Peca (avvocati Roberto Prozzo e Cerulo), 45 anni, esercente di fatto dei poteri direttivi della società, il sindaco di Torrecuso, Angelino Iannella (avvocati Roberto Pulcino e Vincenzo Regardi), 60 anni, Gerardo Rillo 8avvocato Luigi Giuliano), 60 anni, capo dell'ufficio tecnico comunale, Giuseppe Zotti, 66 anni, socio accomandatario della 'Euroscavi e trasporti', Luigi Zotti, 40 anni, autista dell'escavatore della stessa ditta, difesi dall'avvocato Giuseppe Sauchella.

A tutti viene contestata, a vario titolo, la violazione delle norme sulla prevenzione degli infortuni sul lavoro in un cantiere in cui era prevista la presenza, anche non contemporanea, della 'Laepo' e della 'Euroscavi'.

Secondo una prima ricostruzione, mentre era in uno scavo profondo cinque metri, l'operaio, sposato e padre di due figli in tenerà età, era stato travolto da una massa di terreno che l'aveva schiacciato e non gli aveva dato scampo. Inutili i soccorsi. Una fine assurda, un dramma che aveva notevolmente scosso l'opinione pubblica ed aveva richiamato alla mente lo stesso, terribile destino toccato ad Arpaia, nell'agosto di quattro anni prima, ad un 50enne di Apollosa.

I familiari della vittima sono assistiti dall'avvocato Giuseppe Maturo.