Gli abbiamo prestato dei soldi, non ha restituito neanche il capitale

Benevento. Dinanzi al Gip le due persone arrestate per usura a commerciante di Montesarchio

gli abbiamo prestato dei soldi non ha restituito neanche il capitale
Benevento.  

Hanno entrambe respinto l'addebito di usura, di aver 'strozzato' il titolare di quella attività commerciale con prestiti di denaro di cui avrebbero chiesto la restituzione con tassi di interesse esorbitanti. Lo hanno fatto dinanzi al gip Vincenzo Landolfi, chiamato a convalidarne l'arresto, le due persone fermate a Montesarchio, in flagranza di reato, e sottoposte ai domiciliari – stessa sorte, ieri sera, per un 59enne di San Felice a Cancello-, dai carabinieri della locale Compagnia.

Il primo a rispondere è stato Alberto S., 57 anni, un imprenditore di Montesarchio che, difeso dall'avvocato Claudio Barbato, ha ricostruito i passaggi dell'erogazione di 15 mila euro, nel 2019, al commerciante, di cui era peraltro cliente. Un prestito che, a suo dire, il destinatario non avrebbe onorato, limitandosi a restituirgli solo qualche migliaio di euro, mai l'intero capitale. Il 57enne ha precisato, inoltre, che, quando aveva saputo che il commerciante non aveva pagato alcune bollette ed aveva annunciato la vendita della propria attività, gli aveva chiesto di saldare il debito. Ecco perchè, ha concluso, aveva accettato il denaro di cui era stato trovato in possesso dai militari: una piccola parte di quella di cui era ancora creditore.

Da parte sua, Carmine F., 50 anni, di Rotondi, assistito dagli avvocati Giovanna Coppola e Gerardo Perna Petrone, ha sostenuto di aver versato alla parte offesa, alla luce dei rapporti di amicizia esistenti, la somma di 2500 euro, ottenendo a garanzia, come nel caso del 57enne, tre assegni firmati senza date e beneficiario. Assegni – ha proseguito il 50enne- che aveva portato con sé per ridarli all'interessato che gli aveva promesso il rimborso dell'importo iniziale. Non era andata così perchè aveva avuto soltanto 300 euro. Quanto al coltellino che gli era stato sequestrato, ha affermato che lo usa per il suo lavoro in un'azienda castanicola.

Nelle prossime ore la decisione del Gip sull'adozione di una misura cautelare – il Pm ha chiesto la custodia ai domiciliari -per i due indagati