Accusate di aver fornito vitto e alloggio a un latitante, due persone a giudizio

Benevento. Un 57enne ed una 59enne fermati durante la cattura a Dugenta di Raffaele Piscitelli

accusate di aver fornito vitto e alloggio a un latitante due persone a giudizio
Benevento.  

La palla, ora, è nelle mani della difesa, che dovrà decidere se ricorrere ad un rito alternativo. In caso contrario, partirà l'8 aprile il giudizio immediato, chiesto dal pm Marilia Capitanio e fissato dal gip Pietro Vinetti, per Mario Perna, 57 anni, e Filomena Orlando, 59 anni, le due persone arrestate il 29 novembre 2023 perchè ritenuti i presunti responsabili del favoreggiamento della latitanza di Raffaele Piscitelli, 55 anni, di San Felice a Cancello, scovato dalla Mobile di Caserta in un casolare a Dugenta. A suo carico una condanna definitiva a 12 anni e 7 mesi per associazione per delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti.

Difesi dall'avvocato Ettore Marcarelli, entrambi erano finiti ai domiciliari anche per detenzione illegale di armi e munizioni: due vecchi fucili e 16 cartucce rinvenuti nella casa in cui si nascondeva Piscitelli, al quale avrebbero fornito, oltre che l'alloggio, il vitto.

Erano stati rimessi in libertà con l'obbligo di firma dopo la convalida: lei si era avvalsa della facoltà di non rispondere, mentre Perna, proprietario dell'immobile,aveva sostenuto che Piscitelli era un amico di vecchia data del fratello, morto, e che per questo quando lui, in estate, gli aveva chiesto ospitalità perchè doveva seguire come imprenditore edile alcuni lavori nella zona, aveva acconsentito, anche perchè in questo modo la casa non sarebbe rimasta vuota ed esposta ai ladri.

Aveva aggiunto che ignorava, però, che fosse latitante, e che aveva sempre creduto che i due uomini che spesso pranzavano con lui fossero suoi operai. Quanto alle armi, ne aveva spiegato il possesso come lascito del papà, defunto.