Obbligo, giudizio o verità? Ho scelto il primo, invitato a fare autoerotismo

Benevento. In aula un 30enne accusato di pedopornografia e corruzione di due ragazze minorenni

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Benevento.  

Non è stato semplice, per lui, doversi accomodare dinanzi al Tribunale e rispondere alle domande. Ha provato a difendersi da quelle accuse pesantissime - pedopornografia e corruzione di minorenni- che gli sono state contestate, alle quali si ritiene del tutto estraneo.

“Ho fatto un solo errore, ho sbagliato a cedere alle avance di due ragazzine”, ha ammesso un 30enne che abita in un centro della Valle Vitulanese. Assistito dall'avvocato Cecilia Del Grosso, il giovane, chiamato in causa per fatti che risalgono al maggio del 2018, al centro di una inchiesta della Procura di Napoli, li ha ripercorsi non senza una comprensibile difficoltà, sostenendo di essere state contattato attraverso Instagram, in due diversi momenti, da una 13enne ed una 14enne, entrambe lombarde, con le quali si era spacciato per un 19enne di cui aveva fornito anche le generalità.

Ha aggiunto che dopo le prime conversazioni, una di loro si era offerta di presentargli un'amica: detto e fatto. Da qui una intensificazione dei rapporti a distanza, con l'imputato che ha spiegato che credeva di avere a che fare, visto il tenore dei messaggi, con persone più grandi di età. Un giorno, poi, gli era stato domandato quale gioco preferisse: “Obbligo giudizio o verità?” . Lui aveva scelto il primo, per tutta risposta era stato sollecitato a masturbarsi.

Secondo gli inquirenti, nel corso di chat ad esplicito contenuto erotico, avrebbe inviato alle ragazze le foto di un organo maschile in erezione, invitandole ad inviargli a loro volta immagini e video che le ritraevano nude e mentre compivano atti sessuali.

Si torna in aula il 19 marzo quando, dopo la discussione, arriverà la sentenza.