A novembre la chiusura dell'inchiesta condotta dai carabinieri, ora la richiesta di rinvio a giudizio. L'ha avanzata il pm Flavia Felaco nei confronti delle due persone tirate in ballo per la morte di Issouf, un 18enne originario del Burkina Faso, avvenuta a Montesarchio il 13 ottobre 2023.
Il dramma
Erano le 5 quando il giovane, ospite di un centro di accoglienza, era montato in sella alla sua bici. Doveva andare al lavoro e, secondo la ricostruzione degli inquirenti, mentre stava immettendosi sulla statale Appia, era stato tamponato dalla parte anteriore sinistra di una Fiat 500. Era caduto sull'asfalto e, mentre si stava rialzando, era stato investito da una Skoda . La prima auto era condotta da Marco R., 46 anni, di Montesarchio, l'altra da Rinaldo I., 65 anni, di Apollosa, difesi, rispettivamente, dagli avvocati Antonio Leone e Roberto Prozzo.
Il 46enne, al quale è contestata l'aggravante della guida in stato di ebbrezza alcolica, si sarebbe allontanato, senza prestare soccorso al malcapitato, poi sarebbe tornato sul luogo dell'incidente, figendo di essere, sostiene la Procura, un testimone. Ad entrambi è invece riconosciuta l'attenuante dell'assenza di dispositivi visivi sulla bici che circolava in orario notturno.
Il medico legale Giovanni Zotti aveva proceduto all'autopsia: un esame in vista del quale erano stati avvisati anche i fratelli di Issouf, residenti in provincia di Brescia, rappresentati dall'avvocato Norberto Quieti.
(foto di repertorio)