Se metti insieme, a discutere di filosofia e giustizia, un magistrato – Sergio Pezza-, un avvocato – Andrea De Longis- e un filosofo – Amerigo Ciervo, l'esito è scontato: qualità e contenuti. Se poi aggiungi una platea di altri legali, magistrati, filosofi e non solo, ed i loro contributi, il risultato finale parla inevitabilmente di un confronto molto interessante, anche se su argomenti non di facilissima accessibilità.
Era la polifonia alla quale puntava l'avvocato Matteo De Longis, presidente di Fondamenta Ets, che questo pomeriggio ha inaugurato il ciclo culturale quadrimestrale “Dialoghi sulla giustizia” con il primo appuntamento. alla libreria Ubik di Benevento sul tema: “Il giudizio penale è necessariamente disumano”. E' il fulcro della tesi, preventivamente fornita ai relatori con puntuali richiami bibliografici, sulla quale si è esercitata la curiosità intellettuale di Matteo De Longis, che l'ha offerta come spunto della discussione.
E' stato lui ad 'aprire le danze', spiegando che si tratta “di un atto politico perchè dedicato alla polis, e ironico nel senso socratico del termine, perchè più un argomento è importante, più non bisogna prendersi sul serio”. Punto di partenza l'analogia “tra il primo frammento filosofico di Anassimandro e la Genesi, con la seperazione tra l'uomo e Dio e l'omicidio di Abele compiuto da Caino”. Non è vero “che la legge è uguale per tutti perchè non è vero che tutti gli uomini sono uguali, e l’atto di giudicare, soprattutto in ambito penale, si configura come una forma di violenza istituzionalizzata, che separa il giusto dall’ingiusto riducendo la complessità dell’essere umano a categorie astratte e rigide”, ha sostenuto.
Per il giudice Sergio Pezza, il “diritto è una necessità pratica, un insieme di norme per regolare la vita comune, un antidoto alle legge del più forte, che imporrebbe la sua forza”. Il presidente della Sezione penale del Tribunale ha ricordato che la sanzione penale dovrebbe avere “una funzione rieducativa, essere un deterrente ed evitare la vendetta privata”. Pezza ha definito il diritto uno “strumento grossolano e imperfetto che si limita a punire un reato senza colpire le cause dell'illegalità”.
Ecco perchè – ha aggiunto – non "serve aumentare le pene ed introdurre nuove aggravanti. Per la violenza di genere, ad esempio, introdurrei nelle scuole, oltre a quella sentimentale, l'educazione a gestire il dolore, l'abbandono, per insegnare ai nostri figli che non si deve vincere per forza. Sentirsi in comunità è il fine dell'essere umano, una condizione che non abbiamo, perciò il diritto penale è una necessità storica”.
Per l'avvocato Andrea De Longis, “è violenza sottoporre un essere umano ad un giudizio che cerca di mettere insieme persone diverse e di normalizzare, rappresentando un potere che impone la sua volontà non in nome del popolo ma del padrone, lo Stato”. L'essere umano - ha affermato l'ex presidente della Camera penale - “è violento e continua ad esserlo contro se stesso. E' la nostra natura e deve essere contemperata anche dal giudizio penale che agisce per punire e sottomettere. Dunque, il giudizio penale non è disumano, ma peggio: è necessario ma violento perchè riguarda la condotta di un uomo, non l'essere umano”. Tra un intervento e l'altro alcune letture affidate a Natale Cutispoto della Giuffrè.
Amerigo Ciervo (“Faccio il filosofo, non lo sono”) ha ricordato che “la filosofia è nata da una gag- la caduta di un anziano- raccontata da Platone, che oggi ci avrebbe fatto ridere". Poi, dall'utopia, il 'volo' fino a Marx, “la prassi” e a Machiavelli, “il realismo politico”, per chiedersi “chi abbia ragione su questioni che non possono risolversi solo sul piano tecnico”.
Le morti di Socrate e Cristo “sono il frutto di due processi messi in piedi per fare giustizia o eliminare voci sgradite al potere? La giustizia è l'ordine del rapporti umani, ha bisogno di reciprocità e della possibilità di autocorreggersi. E' però la virtù che ci aiuta più delle altre”, la conclusione della sua riflessione. Alla quale è seguita una sorpresa, con Giancarlo, Iacopo, Lorenzo, Marta e Michelangelo, alunni della V elementare del 'La Salle', che hanno illustrato quanto hanno imparato durante un corso di diritto tenuto da Matteo De Longis. “Per la loro età, ne sanno molto più di alcuni grandi”, ha commentato il professionista. Aprendo il cuore alla speranza del futuro.
