Fallimento Pascalucci per oltre 2 milioni di euro: sei condanne

Benevento. Rito abbreviato, la sentenza del Gup

fallimento pascalucci per oltre 2 milioni di euro sei condanne
Benevento.  

Tutte condannate con rito abbreviato, dal gup Loredana Camerlengo, le sei persone tirate in ballo a vario titolo dall'inchiesta del pm Giulio Barbato e della guardia di finanza sul fallimento dell'Antica trattoria Pascalucci, dichiarato dal Tribunale di Benevento nel maggio 2018 con un passivo accertato di oltre 2 milioni di euro.

Queste, in particolare, le pene, più basse rispetto a quelle proposte dal Pm: 2 anni e 8 mesi a Pasquale Ucci, 62 anni, di San Nicola Manfredi, chiamato in causa come titolare dell'impresa e amministratore di fatto di altre due società: la 'F & P srl', costituita nel 2015, e della 'E & M sas', costituita nel febbraio 2014; 2 anni, pena sospesa, al figlio Ennio, 32 anni, socio accomandante della 'E& M' e poi socio accomandatario; alla moglie Antonietta Fischetti 58 anni, intestataria di due conti correnti presso altrettante banche; a Domenico Farina, 56 anni, di Teverola, amministratore di diritto della 'F&P' dal 13 maggio 2016 all'11 maggio 2018; a Giovanni Pancione, 35 anni, di San Nicola Manfredi, dall'11 maggio 2018 amministratore di diritto della 'F&P', e Massimo Profita, 36 anni,di Sant'Angelo a Cupolo, nipote di Ucci, socio accomandatario della 'E&M' (già di Profita Massimo), dalla costituzione fino all'aprile 2020, difesi dagli avvocati Teodoro Reppucci, Nazzareno Fiorenza e Gerardo Giorgione.

I fatti contestati

Nel mirino una presunta bancarotta fraudolenta: secondo gli inquirenti, prima e dopo la sentenza di fallimento, gli imputati, in concorso tra loro, avrebbero distratto “l'azienda dell'impresa fallita mediante la stipula di un primo contratto di affitto di ramo di azienda da parte di Pasquale Ucci in favore della 'F&P', e di un successivo contratto di cessione di contratto di affitto di ramo di azienda da parte della 'F&P' in favore della 'E&M'”. Due società attraverso le quali, sostiene l'accusa, Ucci avrebbe continuato a svolgere l'attività di ristorazione. Attenzione puntata, inoltre, sulla presunta distrazione di 822mila euro dal patrimonio dell'impresa fallita.

Le richieste del Pm

Il pm d'udienza Chiara Maria Marcaccio aveva chiesto 4 anni e 8 mesi per Pasquale Ucci, 2 anni, pena sospesa, per Ennio Ucci, 2 anni e 8 mesi per gli altri, dei quali i rispettivi legali avevano invece sollecitato l'assoluzione.

Prima della discussione, l'interrogatorio di Pasquale Ucci, che aveva respinto ogni addebito. Lo aveva fatto anche dinanzi al gip nel 2021, dopo il divieto di dimora nel Sannio, revocato a distanza di sei mesi, al quale era stato sottoposto. In quella occasione aveva ripercorso i passaggi della vicenda, sostenendo di aver presentato lui la richiesta di fallimento, e non altri, quando si era reso conto che non c'erano più le condizioni per il concordato.

A parere della Procura, invece, invece, l'istanza di concordato avrebbe avuto una finalità dilatoria sulla dichiarazione di fallimento. L'allora 58enne aveva inoltre sottolineato che, come capita in ogni fallimento, le sue proposte – è il caso del contratto di fitto di un ramo d'azienda – avevano avuto il via libera dagli organi fallimentari, dal curatore e dal comitato dei creditori.