E' stato fissato per il 27 febbraio del prossimo anno il processo d'appello per le tre persone di Benevento condannate a maggio dopo essere state chiamate in causa dalle indagini del pm Giulio Barbato e dei carabinieri sulle torture di cui sarebbero rimasti vittime tre giovani sanleuciani.
Queste, in particolare, le pene stabilite dal Tribunale: 9 anni e 5 mesi e 7mila euro di multa ad Antonio Barone, 49 anni, 8 anni e 6mila euro di multa al figlio, Vincenzo Cinque, 26 anni- per entrambi l'avvocato Antonio Leone - e ad Emanuele Ucci (avvocato Luca Russo), 24 anni, accusati a vario titolo di tortura aggravata dalle lesioni , sequestro di persona, rapina e tentata rapina.
Per tutti il risarcimento dei danni, da liquidarsi in separata sede, ed il pagamento di una provvisionale di 5mila euro in favore di ciascuna delle parti civili - un 21enne, un 20enne ed un minore all'epoca dei fatti-, rappresentate dagli avvocati dagli avvocati Fabio Russo, Nazzareno Fiorenza e Luca Cavuoto.
Già celebrato invece il giudizio di secondo grado per Ludovico Lepore (avvocato Fabio Ficedolo), 54 anni, sempre della città, con la riduzione a 7 anni, 6 mesi e 20 giorni della condanna a 8 anni, 10 mesi e 20 giorni decisa con rito abbreviato.
Le tappe
Tutto sarebbe iniziato nella tarda serata del 17 dicembre 2023, quando, su consiglio di un amico, i tre sanleuciani si erano recati presso l'abitazione di Barone a Benevento per restituire l'orologio e fare pace dopo un diverbio scoppiato due sere prima, in un locale a Pietrelcina, con il figlio, portando anche un cestino di salumi: un regalo da offrire come segno di cortesia. Quando il 20enne ed il 19enne (all'epoca) – il 16enne, rimasto in macchina era poi stato 'invitato a raggiungerli- ,erano entrati nell'appartamento, di cui sarebbe stata chiusa la porta a chiave, le cose sarebbero però andate diversamente, perchè al 20enne, accusato del furto dell'orologio di colui con il quale si sarebbe scontrato, sarebbe stata chiesta una somma di denaro come risarcimento. Dopo un tentativo di prelievo attraverso l'App del cellulare, il 20enne, mentre l'altro sarebbe rimasto in ostaggio nell'abitazione, avrebbe provato a fare l'operazione prima a Benevento, poi presso uno sportello a San Giorgio del Sannio, riuscendo a consegnare 250 euro.
Era stato lungo il rientro in città che i carabinieri avevano bloccato la macchina, notando il 20enne che presentava segni di violenza sul volto, con Ucci e Ludovico Lepore (avvocato Fabio Ficedolo), 54 anni – quest'ultimo è già stato condannato con rito abbreviato a 8 anni, 10 mesi e 20 gioni-, che avevano sostenuto di essere andati a prenderlo dopo una rissa. Da qui un'attività investigativa che avrebbe permesso di ricostruire cosa si sarebbeverificato nella notte tra 17 ed il 18 dicembre nella casa di Barone, dove il 20enne ed il 19enne– al minore era stata data la possibilità di andar via -sarebbero stati sequestrati per diverse ore , percossi e torturati, anche con l’uso di armi, tra cui coltelli ed un manganello.
Sarebbero stati sottoposti ad un trattamento “degradante per la loro dignità”, con calci alla testa, con le sedie e il manganello, sarebbero stati colpiti con il coltello e costretti a pulire il loro sangue ripetutamente. Li avrebbero minacciati, simulando di bucare loro le mani. Uno dei giovani aveva perso anche conoscenza, appena si era ripreso gli avrebbero ordinato “di muoversi carponi sul pavimento e di emettere i versi di un cane”. A causa dei calci ricevuio, gli avrebbero provocato “una defecazione spontanea, costringendolo poi a stare sul balcone per il cattivo odore che emanava”. Accuse che alcuni degli allora indagati avevano respinto durante l'interrogatorio successivo all'esecuzione, a marzo 2024, di una ordinanza di custodia cautelare.
(foto di repertorio)
