Referendum, Errico (FI): comitato per il No anche ad Apice

In una nota le ragioni espresse dal presidente del comitato e coordinatore Forza Italia Giovani

Apice.  

“In vista del referendum confermativo del 4 dicembre sulla cosiddetta riforma costituzionale Renzi-Boschi, ho deciso di costituire ad Apice, insieme ad un gruppo di giovani e meno giovani, il ‘Comitato per il no’, perché sentiamo in coscienza il dovere di spiegare ai nostri concittadini le innumerevoli lacune ed anomalie che presenta questa riforma”.
Così Alessio Errico, coordinatore Forza Italia Giovani e presidente comitato per il no Apice.
Una nota che prosegue: “Colgo l’occasione per ringraziare il Senatore Mino Izzo per aver incentivato la nascita di alcuni comitati per il no nella provincia beneventana. Entrando nel merito del referendum, si tratta di una riforma scritta ed approvata dalla sola maggioranza, dunque rappresentativa dei soli partiti di governo.
È bene ricordare che quest’ultimi ricoprono in Parlamento la maggioranza dei seggi grazie ad un premio di maggioranza dichiarato incostituzionale; in realtà, al di fuori del corpo legislativo, rappresentano per lo più una minoranza.

Inoltre, il combinato disposto della riforma costituzionale con la legge elettorale, ossia la facoltà di una sola Camera di creare leggi ordinarie ed il premio di maggioranza al primo partito e non più alla coalizioni, determinerà la nascita di una forma di oligarchia avversa alla democrazia. In tale scenario, un gruppo di parlamentari rappresentanti solo una parte dell’intero popolo italiano diventerà automaticamente dominus indiscusso ed incontrastato dell’intero Parlamento. Un'altra anomalia degna di nota è rappresentata dalla limitazione del principio della democrazia rappresentativa, infatti non saranno più i cittadini a pronunciarsi sulla composizione del Senato, ma saranno probabilmente i consigli regionali e comunali, tramite un procedimento non illustrato.


In tal modo, verranno investiti della carica senatoriale consiglieri regionali e sindaci che da un lato loro dovranno destreggiarsi tra le problematicità che sorgono nell’occuparsi contemporaneamente dei due diversi incarichi, mentre d’altro canto beneficeranno per la prima volta anche dell’immunità. Tale riforma, a dispetto degli annunci di Governo, non abolisce affatto il bicameralismo, ma genera perlopiù ulteriori conflitti di competenza tra Stato e Regione e tra la Camera e il nuovo Senato. Queste sono solo alcune delle ragioni che ci spingono a bocciare questa riforma. Ci riserveremo di dare maggiori informazioni e chiarimenti nelle iniziative che andremo ad organizzare nei prossimi giorni”.