Mastella: «Benevento? Era un paesone, io l'ho resa città»

Il sindaco: «Se io chiamo Draghi mi risponde, non credo altri possano fare lo stesso»

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Benevento.  

“Benevento era un paesone, io l'ho resa città”. Rivendica la sua azione degli ultimi cinque anni, Clemente Mastella, che oggi ha presentato il programma su cui intende basare l'eventuale secondo mandato. «Guardate in questi cinque anni quante volte Benevento viene nominata a livello mediatico, e guardate prima con quale frequenza avveniva»: l'aver dato lustro alla città è secondo l'ex ministro il miglior biglietto da visita per chiedere il consenso ai cittadini.


Anzi «il conzènzo» dice, citando in maniera ironica e affettuosa Ciriaco De Mita: «Perché gli altri si uniscono, firmando addirittura comunicati congiunti contro di me, che devo dire, magari gli starò sulle scatole...però io da quarant'anni non sto sulle scatole ai cittadini, io ho quello che un mio amico definiva conzènzo».
E rivendica poi il proprio percorso politico che a suo dire frutta anche alla città: «Lo dico con un po' di vanità: se io ora chiamo Draghi per la mia città mi risponde. Non credo proprio che se lo fanno i miei sfidanti avranno lo stesso risultato».


E dunque, un programma basato in particolare sui più deboli e su chi è in difficoltà: «Questo anche per chi dice che io uso il Comune per rilanciarmi politicamente: non ne ho bisogno, sono entrato in Parlamento a 28 anni, sono stato ministro mentre altri arrancavano per fare i consiglieri comunali...ho cantato a Sanremo e oggi canto nella balera di provincia. Ma è quello che voglio: voglio dare qualcosa alla mia città, aiutare chi è in difficoltà. Anche perché alcuni dei miei mi facevano riflettere: quando il De Magistris fan club mi ha fottuto e sono rimasto fuori la città è calata, con me invece è al top tra le città medie».