Nel metodo di Inzaghi: ecco come crea la mentalità vincente

Viaggio nel pensiero del tecnico giallorosso, tra psicologia e umiltà per raggiungere i successi

nel metodo di inzaghi ecco come crea la mentalita vincente
Benevento.  

Pippo Inzaghi è entrato di diritto nel cuore di tutti i tifosi del Benevento, ma non solo. Il tecnico giallorosso ha scritto il proprio nome in maniera indelebile nella Storia del club sannita, grazie al campionato entusiasmante che ha permesso alla Strega di superare numerosi primati della serie B, categoria che fino a quattro anni fa era considerata un sogno quasi irraggiungibile all’ombra della dormiente. Ma quali sono i segreti di Superpippo? E’ chiaro che aver trovato un gruppo reduce da un anno di lavoro è stato importante, così come il mercato oculato della scorsa estate che ha permesso al Benevento di rafforzarsi in maniera considerevole. Il tecnico, però, è riuscito a dare molto di più non solo dal punto di vista tattico, ma in particolar modo da quello mentale.

PSICOLOGIA, L'ESSENZA STESSA DEL SUCCESSO

Ci è capitato con piacere di leggere la tesi presentata da Superpippo a Coverciano al termine del Master per l’ottenimento del patentino di Uefa Pro. Il titolo dell’elaborato è “Una mentalità per essere vincenti”. Tra le righe ci sono tanti punti che rappresentano pienamente quanto visto a Benevento, in particolar modo nelle prime settimane attraverso cui ha operato mentalmente sui giallorossi. Non potrebbe essere altrimenti, dato che definisce la psicologia come “l’essenza stessa del successo” perché la stessa “migliora la capacità di amare, di lavorare e di avere rapporti sociali […] Di conseguenza possiamo affermare che la mente, o per meglio dire, le qualità mentali di una certa persona è l’essenza sola e reale del suo successo o insuccesso. Quindi la fortuna non esiste, la nostra "fortuna" è lo sviluppo delle nostre capacità e dei nostri rapporti al massimo grado possibile. Quindi l'allenamento mentale è parte essenziale dell’allenamento globale/integrale, e l’allenatore dovrebbe acquisire, comunque, competenze in questo ambito”.

AUTOSTIMA, PRESTAZIONI E ASPIRAZIONI

La prima cosa che Inzaghi ha fatto da allenatore del Benevento è stata quella di avere un primo contatto con i suoi calciatori. Ha chiesto alla società tutti i numeri di telefono, per poi chiamarli uno per uno, confidandogli quanto credesse nelle loro qualità. Immaginava un umore spezzato dalla sconfitta con il Cittadella, quindi è passato al “convincimento”, tessendo le lodi dei suoi nuovi ragazzi e ripetendogli più volte che valessero molto più di quanto credevano, appendendo articoli e numeri all'interno dello spogliatoio e ribadendo: “avete perso del tempo in serie B”. Una frase che ormai è diventata un must, ma che detta da un campione del mondo fa sempre un certo effetto. Un atteggiamento che Inzaghi nella sua tesi spiega così: “Il calciatore deve trovare l'equilibrio tra autostima, prestazioni e aspirazioni. La presunzione e la paura di sbagliare sono gli estremi assolutamente da evitare. Acquisire fiducia in sé stesso conoscendo i propri limiti e valorizzando le proprie abilità, permette al giocatore di valutare e affrontare le difficoltà, senza essere oppresso dalla paura di trovarsi impreparato e di perdere tempo nell'indecisione e in inutili tentativi, verificando in prima persona l'efficacia della sua azione attraverso l'accettazione del risultato e del confronto (Autostima). L'allenatore deve spesso incoraggiare e dimostrare l'apprezzamento, la stima e la fiducia nei confronti del proprio giocatore sostenendo l’identità”.

ALLA BASE IL GRUPPO

Il passaggio successivo è stato quello di plasmare e unire ancora di più il gruppo, creando una famiglia. Come? Con degli espedienti abbastanza semplici: rafting, discorsi, cene di squadra accompagnate dal karaoke: momenti di svago che permettono ai calciatori di viversi in un contesto diverso da quello lavorativo. Fondamentale anche la sinergia con lo staff, il quale è spesso menzionato da Inzaghi, tessendone le lodi sottolineandone l'operato fondamentale per i successi raggiunti. 

L'EQUITA' COME PUNTO DI PARTENZA 

 Mai essere falsi con i calciatori. E' una prerogativa di Inzaghi che per tenere unito il gruppo predica equità, tra l'altro come confessato nel corso di una recente intervista in cui ha ribadito di aver trattato tutti i suoi ragazzi in maniera corretta, in ogni occasione. "L'equità - si legge nella tesi - può saldare una squadra, come la sua assenza può distruggerla. Bisogna che gli allenatori trattino gli atleti in modo onesto, franco ed equo; bisogna che i giocatori sentano di essere trattati equamente, anche se non sono totalmente soddisfatti di certe decisioni. Per l’allenatore, accontentare tutti sarà in sostanza impossibile; trattare tutti equamente e francamente, rappresenterà un punto di partenza, un metodo di lavoro ed anche un obiettivo da mantenere o raggiungere quanto prima". 

MENTALITA' VINCENTE PER LA VITA 

Quest'anno il Benevento ha avuto pochissimi momenti complicati, tra l'altro brillantemente superati nel giro di qualche giorno. Quando si parla di mentalità vincente, focus centrale dell'elaborato di Inzaghi, il tecnico sottolinea "la mentalità aperta, che ha la tendenza verso il successo, che sa gestire i momenti fortunati e reagire ad eventuali insuccessi (“è dalle sconfitte che bisogna partire per costruire una vittoria”). Ha una notevole forza di volontà, è dotata di perseveranza e risolutezza; sa mettere a frutto i propri talenti, sa raggiungere la sua zona di funzionamento ottimale ed è caratterizzato da forte motivazione. La mentalità vincente viene acquisita per lo sport e, come prosegue Montali, deve interessare in generale per la vita. Fare coaching significa dunque: preparare, addestrare e infine istruire, perché alla fine, quello che vince è il gioco si squadra! “O si vince come squadra, o si perde come individualità". 

SEMPRE AL MASSIMO

Hanno fatto un po' sensazione le dichiarazioni rilasciate da Inzaghi nel corso dell'ultima puntata di Ottogol: "Voglio battere ogni record, rifarò vedere ai calciatori ciò che hanno fatto per riconvincerli che sono stati unici". Dopo la sospensione e una promozione a portata di mano, in pochi si aspettavano una simile foga di dominare ancora di più il campionato. Vuol dire che non si conosceva ancora Superpippo che ha vissuto gli ultimi mesi come un leone in gabbia, pronto a rimettere le mani sul campionato. Proprio come faceva da calciatore, quando dopo una vittoria pensava subito alla successiva, senza mai fermarsi. La tesi, infatti, si chiude con una frase abbastanza significativa: "Il mio segreto è dare sempre il massimo e avere la coscienza pulita di aver fatto meglio che si poteva". 

UMILTA'

Nelle conclusioni si legge "Non so ancora se sono e sarò un allenatore vincente, ma sicuramente lo voglio diventare con l'umiltà di volersi migliorare sempre e con lo spirito che mi ha sempre animato da giocatore". E' proprio l'umiltà l'aspetto che ha colpito tutti, dalla società ai tifosi e che hanno permesso a Pippo Inzaghi di diventare l'uomo dei record.