Dieci anni senza Ciro Vigorito

Ricorre l'anniversario della scomparsa del dirigente giallorosso. Con lui l'inizio di tutto

dieci anni senza ciro vigorito
Benevento.  

Del 26 ottobre 2010 si ricorda un cielo plumbeo, piovigginoso, tipico delle mattinate ottembrine che preparano all'arrivo del freddo inverno. Si ricordano anche svariate sensazioni in linea con il clima, in particolar modo tristezza e rammarico per essere stati costretti a salutare prematuramente un dirigente che fino all'ultimo ha pensato a mettere le basi di un sogno che oggi si sta vivendo a occhi aperti. Peccato che non sia qui a godersi il Benevento in serie A insieme alla sua famiglia, ma si tratta solo di una "mancanza" materiale perché la presenza di Ciro Vigorito si avverte quotidianamente in ogni contesto e in ogni luogo associato alla Strega.  Il solo pronunciare il suo nome per indicare la casa del Benevento è un segno tangibile dell'operato riconosciutogli negli anni trascorsi al servizio della causa giallorossa, così come la crescita del settore giovanile che ha sempre operato provando a seguire il solco tracciato più di dieci anni fa. 

Lo stesso Oreste Vigorito, con la voce sempre incrinata dalle emozioni quando parla di Ciro, ha saputo far comprendere anche ai beneventani quel legame tra due fratelli che va ben oltre il sangue. Si tratta di altro, di un qualcosa di più complesso. Una unione bella, genuina e caratterizzata da amore puro. Elementi che negli anni hanno posto le basi delle fortune del Benevento. Quando si ripete la parola "insieme" è proprio per cercare di trasportare quel legame straordinario che univa i due fratelli sul piano della realtà calcistica, unendo - prendendo da esempio quel rapporto - la squadra e la sua gente. 

C'è un libro, scritto da Ciro Vigorito, denominato "tra nuvole e vento", che racconta attraverso interessanti aneddoti il percorso imprenditoriale intrapreso dal fratello Oreste. Pagine ricche di sentimenti, ma anche di ammirazione. Una sorta di racconto d'amore che si apre con la dedica riservata al massimo dirigente giallorosso che viene definito come "l'uomo che sussurra al vento e parla al cuore". Tra viaggi in america e incontri con uomini d'affari di svariate nazionalità, si arriva fino all'emozione "comprata" con il Benevento.

"Scossi sconsolato la testa ma non smisi di essere la sua ombra", così parla Ciro dopo l'acquisizione della società da parte di Oreste. Un'ombra, riprendendo il termine utilizzato, che ancora oggi, a distanza di dieci anni dalla scomparsa, non è mai andata via. E' visibile chiaramente al fianco del presidente in ogni occasione, ma anche in cosa è diventato il Benevento: una tra le venti società più importanti d'Italia, grazie a quanto costruito a partire dal 2006. Un miracolo al quale neanche la morte può nulla, annientata con l'esempio, la presenza e il ricordo.