L’Italia si prepara a scrivere una nuova pagina della transizione energetica. Nonostante le condizioni marine favorevoli e un potenziale significativo, l’eolico off-shore nel nostro Paese non è mai davvero partito.
Oggi, però, ci sono tutti i presupposti - tecnologici, normativi e culturali - per avviare finalmente una rinascita consapevole e strategica.
Il 3° Summit sull’eolico off-shore dal titolo “Mai partiti, ma pronti a ripartire. Il tempo dell’eolico offshore in Italia è ora”, organizzato dall’Anev presso la sede del Gse è un’occasione cruciale per analizzare le ragioni del ritardo italiano in questo settore chiave e per presentare una roadmap tecnica, normativa e industriale condivisa da tutta la filiera, con l’obiettivo di sbloccare i progetti, semplificare le regole, garantire sostenibilità e favorire l’integrazione territoriale.
I lavori si sono aperti con i saluti di Luca Barberis, Direttore della Direzione Fonti Rinnovabili del Gse, e con l’introduzione di Simone Togni, Presidente dell’Anev, che ha dichiarato: “L’eolico offshore in Italia è rimasto troppo a lungo in attesa, bloccato da ritardi normativi, incertezze autorizzative e da una visione frammentata.
Oggi però le condizioni per cambiare passo ci sono tutte: abbiamo tecnologie mature, una filiera industriale pronta, competenze consolidate e ampie aree marine adatte allo sviluppo. È arrivato il momento di agire. Con questo Summit, l’industria italiana dell’eolico marino presenta una proposta concreta e realizzabile: una roadmap chiara per semplificare le procedure, garantire sostenibilità e avviare progetti realmente cantierabili.
L’Italia non può più permettersi di restare ferma mentre il resto d’Europa investe in maniera decisa sull’eolico off-shore. Il mare rappresenta un elemento strategico della nostra sovranità energetica. Dobbiamo valorizzarlo con visione, equilibrio e concretezza. Il futuro energetico dell’Italia passa anche da qui.”
Tra gli interventi istituzionali di rilievo, quello di Gilberto Pichetto Fratin, Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica che ha partecipato con un videomessaggio.
Un momento centrale del Summit è stata la presentazione dello studio realizzato dall’Università “La Sapienza”. Il report, elaborato da un team di professori e ricercatori del Dipartimento di Ingegneria Astronautica, Elettrica ed Energetica (Diaee) della Sapienza Università di Roma, analizza gli impatti economici, occupazionali e sociali legati allo sviluppo dell’eolico offshore galleggiante in Italia. Lo studio definisce inoltre scenari di crescita economica e occupazionale nel breve termine, in linea con gli obiettivi fissati per il settore.
La presentazione è stata a cura di Livio De Santoli, prorettore per la sostenibilità dell’Ateneo “Nello studio si dimostra come con investimenti tra 10 e 20 miliardi di euro sia possibile impostare sul territorio nazionale la realizzazione di quote di costruzione significative riguardanti floater e sottostazioni.
I posti di lavoro conseguenti a tali investimenti risultano essere fino a 60 mila dipendenti Full Time” e Davide Astiaso Garcia, Professore Ordinario presso il Dipartimento di Energia Elettrica ed Energetica e Segretario Generale dell’ANEV “La metodologia adottata dal team di ricerca della Sapienza prevede una suddivisone per fasi di un progetto floating offshore wind dalla manifattura alla manutenzione anche per individuare la possibile creazione in Italia di parte della filiera”.
A seguire, è stato dato spazio alla visione delle Istituzioni, con gli interventi di Stefano Besseghini, Presidente Arera, Nicola Procaccini, Deputato al Parlamento Europeo, Luca Squeri, Segretario della X Commissione Attività Produttive, Commercio e Turismo, Riccardo Rigillo, Capo di Gabinetto del Ministero per la Protezione Civile e le Politiche del Mare che ha dichiarato “L’Italia, per la sua posizione geografica è idealmente candidabile al ruolo di hub energetico meridionale d’Europa. Il Piano del mare valorizza i parchi eolici off-shore come elementi sempre più importanti nel mix energetico decisivo per la transizione ecologica. Inoltre, la nuova Strategia nazionale di sviluppo energetico - mantenendosi coerente con la Strategia europea per le energie rinnovabili offshore e con le SDGs (Sustainable Development Goals) dell’Agenda 2030 delle Nazioni unite - permetterà notevoli ricadute sui sistemi portuali e territoriali in termini di qualificazione dei porti e di occupazione”, Federico Boschi, Capo Dipartimento Energia del MASE, Tullio Patassini, Consigliere Capo del Presidente X Commissione Camera, Paola De Micheli, Onorevole Camera dei Deputati, Francesco Colianni, Assessore all’Energia della Regione Siciliana.
Per quanto riguarda gli aspetti ambientali: sono intervenuti Massimiliano Atelli, Presidente della Commissione Pnrr-Pniec, Roberto Bardari, Referente del Gruppo Istruttore per l’eolico offshore del Mase, Elisa Scotti, Coordinatrice della sottocommissione Pniec, Pellegrino Guerriero, Project Manager di MedWind, Claudio Lugni, Professore Ordinario all’Università di Napoli Federico II, Mattia Cecchinato, Offshore Wind Manager di WindEurope “L’industria eolica europea ha bisogno di almeno €9 miliardi di investimenti nella supply chain. La Commissione Europea ha un ruolo fondamentale. Il Clean Industrial Deal ed il Net Zero Industry Act aiuteranno ad espandere la capacità produttiva. La EU Maritime Industrial Strategy e la EU ports Strategy saranno chiave per logistica e trasporto. Con questi investimenti saremo in grado di produrre ed installare 15 GW/anno dal 2031”.
Nel panel dedicato alle infrastrutture hanno portato il loro contributo: Marco Piendibene, Sindaco di Civitavecchia, Eugenio Tranchino, Watson Farley & Williams, Enrico Maria Carlini, Terna, Marcello Vernola, Consigliere Giuridico del Sen. Fazzone (Commissione 8ª Senato) e Giovanni Gugliotti, Commissario Straordinario dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ionio del Porto di Taranto che ha dichiarato “Desidero innanzitutto ringraziare Anev per aver promosso un’iniziativa di così grande rilievo e attualità, capace di mettere a fuoco lo stato dell’arte e le prospettive dell’eolico offshore in Italia. Questo convegno rappresenta un momento fondamentale per riflettere sulle sfide e sulle opportunità di un settore che rappresenta una delle frontiere più promettenti della transizione energetica europea. Il Porto di Taranto è pronto a giocare un ruolo strategico e centrale in questa rinascita consapevole con cui si andrà a riscrivere il futuro energetico dal mare. Grazie alla sua posizione geografica privilegiata nel Mar Ionio, alle infrastrutture portuali all’avanguardia e alla recente designazione da parte del Mase come hub per la produzione e l’assemblaggio delle piattaforme eoliche offshore, Taranto si conferma come un motore industriale e logistico capace di sostenere concretamente lo sviluppo di una filiera nazionale dell’eolico marino”.
È stato poi approfondito il punto di vista delle aziende con gli interventi di Michele Schiavone, Ceo Divento, 7seas “Divento (JV tra Copenhagen Infrastructure Partners, Plenitude, CdP Equity, 7Seas Wind Power e Nice Technology) è attiva nello sviluppo dell’eolico flottante in Italia sin dal 2019. Ad oggi, i suoi progetti sono fra i più avanzati nel mercato Italiano. In occasione dell’evento dell’Anev, Divento fornirà un aggiornamento sullo stato di avanzamento dei propri progetti (il “front runner” 7SeasMed è in ora in fase di Autorizzazione Unica), una breve analisi degli elementi critici abilitanti per il flottante in Italia e un breve spaccato sui risultati dello studio svolto da Divento con Aurora sul potenziale dell’eolico flottante in tema di riduzione del PUN”, Mauro Fabris, Direttore Rapporti Istituzionali di Renexia, Leopoldo Versace, Global Head Development di Vestas “Vestas sta evidenziando nei principali mercati dell'UE, che la capacità produttiva del comparto eolico off-shore potrà soddisfare la domanda, a condizione che questa si basi su una pipeline di progetti concretamente realizzabili e finanziariamente sostenibili.
La filiera produttiva del settore eolico ha dimostrato di poter crescere di pari passo con volumi di mercato, purché adeguatamente supportati; tuttavia, l’incertezza derivante da un quadro regolatorio instabile – come osservato recentemente – rende difficile la pianificazione degli investimenti.
È pertanto cruciale che le Istituzioni italiane instaurino un dialogo efficace con gli investitori, i rappresentanti dell’industria di settore e le associazioni di categoria (es. ANEV) recependo nel contempo le principali raccomandazione che arrivano dall’UE, con il fine di allineare i meccanismi incentivanti (i.e. FER 2) con politiche e strategie industriali sul medio-lungo periodo. Solo in questo modo sarà possibile creare un ecosistema di supporto per la crescita del settore”, Giovanni Arcoleo, Country Manager di Acciona Energia Global Italia “L'Italia ha ora un'opportunità unica per diventare leader nello sviluppo dell'energia eolica galleggiante, una tecnologia che combina innovazione, sostenibilità e valorizzazione delle risorse naturali del nostro Paese.
In Acciona Energia crediamo fermamente che il futuro dell'energia risieda in una collaborazione virtuosa tra imprese, istituzioni e comunità locali, al fine di accelerare la diffusione delle energie rinnovabili e promuovere lo sviluppo industriale nazionale”, Sesto Avolio, Consigliere Delegato e CTO di Oristano CAP e Luigi Severini, Presidente iLStudio Engineering&Consulting.
A seguire, è stato affrontato il punto di vista delle associazioni ambientaliste con Katiuscia Eroe, Responsabile Energia di Legambiente, Alessandro Giannì, Relazioni Istituzionali e Scientifiche di Greenpeace Italia “Il cambiamento climatico è tra noi, e ce ne accorgiamo tutti. Continuare a estrarre combustibili fossili o puntare su soluzioni illusorie, come la cattura di carbonio o il nucleare, ci mette tutti in pericolo.
Le soluzioni ci sono e tra queste l'eolico offshore che può dare un contributo importante alla transizione energetica e allo stesso tempo rappresentare, se ben progettato e gestito, un modo per escludere attività impattanti da porzioni del fondale marino”, Mariagrazia Midulla, Responsabile Clima ed Energia del WWF.
Il Summit si è chiuso con la presentazione ufficiale del documento di proposte dell’Anev alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, al Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, al Ministero delle Imprese e del Made in Italy e al Ministero per la Protezione Civile e le Politiche del Mare, a cura di Francesco Ciampa, Responsabile Area Legale e Affari Generali del Gruppo Macchia e Coordinatore del Gruppo di Lavoro Offshore Anev “La creazione di una filiera industriale a supporto del settore dell’eolico offshore in Italia non è più una sfida ma una necessità.
La riduzione dei tempi di approvvigionamento delle componenti utili alla realizzazione degli impianti eolici offshore e l’indipendenza che ne deriverebbe dall’avere a disposizione le industrie capaci di supportare il processo di transizione energetica, ad oggi, è un fattore determinante per il concreto sviluppo dell’eolico offshore in Italia. Una filiera industriale parallela al settore dell’eolico offshore non solo garantirebbe una certa celerità nella costruzione degli impianti ma renderebbe il nostro paese più competitivo senza tener conto del fatto che l’impatto occupazionale sarebbe enorme”.
Un passo concreto per dare nuovo slancio a un settore strategico, pronto a generare sviluppo sostenibile, occupazione qualificata e una vera leadership industriale nel contesto della transizione energetica europea.
L’Anev, in questo contesto, si conferma pronta a difendere e promuovere il settore, con l’obiettivo di accompagnare lo sviluppo dell’eolico off-shore in Italia e garantirne un futuro solido, sostenibile e integrato nel territorio.
