Regionali, permane l’obbligo di dimissioni per i sindaci che intendono candidarsi alla tornata che si svolgerà in autunno. Viene ridotto il termine per formalizzare la candidatura, da 90 a 60 giorni entro la scadenza del mandato regionale (21 settembre). Quindi entro il 3 luglio prossimo i sindaci che ambiscono a un posto alla Regione Campania dovranno dimettersi.
"Una norma che non nasce da un’esigenza della Campania, ma solo dall’urgenza della maggioranza di blindare alcuni candidati ancora prima di sapere chi sarà il candidato presidente" attacca in una nota il gruppo di Fratelli d'Italia.
"Oggi, a due giorni dalla scadenza dei termini, non ci sono ancora le liste, né una coalizione definita, né una proposta politica chiara. Ma intanto si costringono i sindaci a scegliere: o si dimettono nel buio, o rinunciano a candidarsi - Il centrodestra ha proposto una soluzione equilibrata e di buon senso: lasciare piena candidabilità ai sindaci dei comuni sotto i 5.000 abitanti e prevedere l’obbligo di dimissioni solo al momento della candidatura per quelli sopra. Ma la maggioranza ha preferito buttare a mare intere comunità locali pur di salvaguardare i propri equilibri interni.
Il risultato? Decine di territori rischiano di rimanere senza guida, senza alcuna certezza sul futuro politico della Regione. Una scelta che penalizza soprattutto i piccoli comuni, quelli che in questi anni hanno garantito coesione sociale e prossimità.
Persino il Ministero dell’Interno ha espresso forti dubbi di costituzionalità, ricordando che questa legge potrebbe violare la parità tra candidati e invadere le competenze statali. Fratelli d’Italia ha votato contro. Perché non si cambiano le regole a ridosso del voto, e non si sacrificano i sindaci per salvare qualche equilibrio interno di partito. La Campania merita serietà, rispetto delle istituzioni e soprattutto trasparenza» conclude il partito della Meloni.
