Emergenza rifiuti, pericoloso stallo sull'umido di Caserta

Il sindaco vieta i sacchetti per strada ma non ha la soluzione

Caserta.  

Sacchetti con l'umido trattenuti a casa da sedici giorni (così come consiglia caldamente il sindaco) e casalinghe sull'orlo di una crisi di nervi. Al centro novantamila euro da pagare alla piattaforma di Pastorano, che dopo il blitz dei carabinieri del Noe, deve centellinare i conferimenti in attesa di mettersi in regola e rendersi nuovamente operativo al cento per cento: la crisi dei rifiuti, l'ennesima, stavolta sta mettendo in ginocchio Caserta che in questi giorni di estrema calura si sta confrontando con la frazione organica che non viene raccolta. Dal 21 giugno scorso staziona o per strada o nelle case, delle persone più responsabili ovviamente.

Franco Passaro, amministratore della Gesia che gestisce le sorti dell'impianto di Marcianise, deve mediare tra l'enorme pressione che esercita il comune di Caserta e la partita doppia da tenere rigorosamente in pareggio: nessuno sconto possibile. A conti fatti l'amministrazione deve versare 30mila euro a settimana per conferire l'organico. Da contratto il costo è di 155 euro a tonnellata e Caserta produce un totale di circa 200 tonnellate a settimana. Il sindaco Carlo Marino se ne dovrà fare una ragione e pagare, nonostante abbia già sopportato i maggiori costi determinati dal contratto (in emergenza) stipulato con la Sogeco, società che avrebbe dovuto garantire i conferimenti dell'umido nelle more degli ammodernamenti a Marcianise.

In attesa, si tampona utilizzando i compattatori: fin dove possono raccolgono e conservano, in attesa di un riallineamento funzionale di tutta la catena legata ai rifiuti che, guarda caso, proprio nel Casertano, alle volte s'inceppa creando costosissime emergenze.