Boom di richieste per certificati di malattia, stop ai medici

Da Caserta il primo avviso: i certificati con Codice V29 non sono per tutti

boom di richieste per certificati di malattia stop ai medici

Il certificato con codice V29,0 (quarantena obbligatoria o volontaria, isolamento volontario, sorveglianza attiva) si può emettere esclusivamente quando il soggetto ha ricevuto il provvedimento di isolamento dall'Asl

Caserta.  

L'ordine dei medici di Caserta è stato il primo a lanciare l'allarme. Attenzione alle certificazioni improprie. A seguito di numerose segnalazioni i medici fanno notare che nell'attuale fase di diffusione da Covid 19 sono sempre più frequenti le richieste improprie di certificazioni di malattia per soggetti che non ne hanno diritto.

La certificazione di malattia presuppone lo stato di malattia e non solo situazioni di esposizione al rischio. Il certificato nosologico con codice V29,0 (quarantena obbligatoria o volontaria, isolamento volontario, sorveglianza attiva) si può emettere esclusivamente quando il soggetto ha ricevuto il provvedimento dalla Sanità Pubblica di isolamento ai sensi del DPCM 8 marzo 2020 (Circolare Inps Hermes 25 febbraio 2020 0000716).

I medici non sono tenuti a rilasciare certificati richiesti dai datori di lavoro, difformi dalle indicazioni di cui ai punti precedenti. In sostanza se siete lavoratori di una azienda (pubblica o privata) e ritenete di essere esposti al rischio non potete ricorrere al certificato di malattia per restare a casa. 

Invece in queste ore stanno arrivando migliaia di richieste ai medici di base che sono stati avvertiti. Chi vuole rimanere a casa in assenza di provvedimenti emessi esclusivamente dall'Asl, non può ricorrere all'attestato di malattia. Il boom di richieste giunte ai medici di base di tutta la regione si è registrato in Campania in questi ultimi giorni, dopo l'emanazione del DPCM del 9 marzo.

A fronte delle nuove disposizioni, risulta un incremento notevole delle dichiarazioni certificate di astensione dal lavoro da parte di numerosi cittadini che, impossibilitati allo smart working, sono costretti a raggiungere gli uffici e le aziende. Ma, posto che non vi sia una quarantena imposta per ragioni sanitarie - in questo caso, un'eventuale positività al coronavirus - per l'autoisolamento non è prevista alcuna astensione giustificata mediante certificato medico.

Il decreto 'io resto a casa', consultabile sulla Gazzetta Ufficiale, non evidenzia il divieto di recarsi al lavoro sebbene sia consigliato di limitare al massimo gli spostamenti e, laddove necessario, a munirsi di autodichiarazione che ne comprovi il motivo (il modulo è scaricabile dal sito del Ministero dell'Interno).

La vericidità della dichiarazione sarà poi verificata con controlli successivi affidati alla polizia. Nel caso in cui si decida volontariamente di restare a casa, sarà il datore di lavoro a favorire l'utilizzo dei congedi o delle ferie per il lavoratore.