"Le aziende agricole presentino piano vaccinali alle Asl"

Vaccini ai dipendenti. L'appello della Cia Campania

le aziende agricole presentino piano vaccinali alle asl

Mastrocinque: Cia Campania rende disponibili le proprie strutture per la campagna di vaccinazione, per ripartire al più presto e di rilanciare la produttività in totale sicurezza...

Caserta.  

Cia Campania chiama all’appello le aziende agricole e le invita a presentare piani vaccinali alle Asl di riferimento. La Confederazione guidata da Alessandro Mastrocinque incalza sulla necessità di adesione alla campagna di vaccinazione degli agricoltori e titolari delle aziende agricole, ma anche degli operatori Caf e Centri Assistenziali Agricoli.

Il Ministero della Salute ha firmato l’accordo che consente le somministrazioni del vaccino anti-Covid ai
dipendenti e che potrà potenziare la campagna nazionale una volta che sarà entrata finalmente a regime.
La vaccinazione in azienda viene considerata un’attività di sanità pubblica nell’ambito del Piano strategico
nazionale per la vaccinazione anti-Covid-19 predisposto dal Commissario Straordinario.

Tutte le aziende potranno candidarsi liberamente; non è previsto nessun requisito minimo di carattere dimensionale così come la vaccinazione sarà offerta a tutti i lavoratori, a prescindere dalla tipologia contrattuale. Il protocollo stipulato prevede che le imprese debbano presentare un piano alle Asl di riferimento con il numero di dosi richieste per i lavoratori. Il vaccino è fornito dallo Stato mentre il servizio è a carico dell’azienda.

L’Inail ha fissato le regole del protocollo e ha apposto il nulla osta alla strategia. “Cia Campania con il proprio personale e le proprie strutture offre la piattaforma per agevolare tutti gli soci- datori di lavoro- che vogliono attuare il protocollo per le vaccinazioni nelle proprie aziende” commenta Mastrocinque. “Si tratta di un passaggio fondamentale per la sicurezza dei luoghi di lavoro e dei lavoratori.

Ancora una volta il sistema Cia dimostra di essere al fianco delle aziende e degli imprenditori
agricoli e di offrire servizi utili ad uscire quanto prima da questa grave emergenza sanitaria e dalle
limitazioni imposte dalla pandemia”.

Nello specifico, sarà il datore di lavoro il datore di lavoro ad occuparsi della realizzazione e gestione dei
piani aziendali, inclusi i costi per la somministrazione. Spetta invece al Servizio Sanitario Regionale la
fornitura dei vaccini, e del materiale utile alla somministrazione, oltre alla messa a disposizione degli
strumenti formativi previsti e degli strumenti per la registrazione delle vaccinazioni.

La somministrazione del vaccino resta un’attività volontaria del lavoratore o della lavoratrice. L’adesione alla campagna di immunizzazione dovrà “essere realizzata e gestita nel pieno rispetto della scelta volontaria rimessa esclusivamente alla singola lavoratrice e al singolo lavoratore, delle disposizioni in materia di tutela della riservatezza, della sicurezza delle informazioni raccolte ed evitando, altresì, ogni forma di discriminazione delle lavoratrici e dei lavoratori coinvolti” scrive l’Inail nella nota informativa.

Se le aziende non dispongono di locali idonei, possono ricorrere «a strutture sanitarie private e concludere
una apposita convenzione con strutture in possesso dei requisiti per la vaccinazione. Il medico che svolge il suo incarico all’interno dell’azienda ha la possibilità di adeguare la formazione sulla piattaforma dell’Istituto Superiore di Sanità.

Nel caso in cui l’azienda non disponesse di un medico competente «può avvalersi delle strutture sanitarie dell’Inail. In questo caso, trattandosi di iniziativa vaccinale pubblica, gli oneri restano a carico dell’Inail. In questo caso comunica alla struttura sanitaria privata o alla struttura territoriale dell’Inail il numero complessivo di lavoratrici e lavoratori che hanno manifestato l’intenzione di ricevere il vaccino».