Caserta, il Comune vende i suoi immobili per contrastare il dissesto

L’amministrazione punta a incassare oltre 22,5 milioni di euro dalla dismissione di beni pubblici

caserta il comune vende i suoi immobili per contrastare il dissesto

La vendita di immobili storici e commerciali è necessaria per ripianare il debito e sostenere la gestione del dissesto finanziario

Caserta.  

Il Comune di Caserta ha confermato la strategia di dismissione del proprio patrimonio immobiliare per il triennio 2025-2027, con l’obiettivo di raccogliere oltre 22,5 milioni di euro. Il piano, contenuto nella delibera 22, è stato approvato dalla giunta comunale e prevede la vendita di sette immobili, tra cui edifici storici e locali commerciali, per far fronte alle difficoltà economiche legate al doppio dissesto finanziario dell’ente.

La vendita di Palazzo Acquaviva e altri immobili

Tra i beni in vendita figura il prestigioso Palazzo Acquaviva, noto anche come Palazzo Vecchio, che ospita la Prefettura e la Questura, con una valutazione di 21 milioni di euro. Il Comune ha già tentato due volte di cederlo all’asta, ma senza successo.

Oltre a Palazzo Acquaviva, sono stati inseriti nel piano di alienazione:

  • Un appartamento ad uso ufficio in piazza Ruggiero (valore: 482.886 euro).
  • Un appartamento in via Don Gangi (375.000 euro).
  • Due locali commerciali in via Turati (340.536 e 180.600 euro).
  • Un immobile inagibile a Presenzano (15.200 euro).
  • Cantinole e depositi in via Ruta (7.778 euro).

La scelta di ridurre il numero di immobili da mettere in vendita è stata adottata già dal 2019, con l’obiettivo di salvaguardare alcune strutture di valore strategico e destinarle a progetti di riqualificazione tramite fondi ordinari e straordinari, come il PNRR.

Immobili valorizzati e nuove destinazioni

Alcuni edifici che inizialmente erano destinati alla vendita sono stati sottratti dal piano grazie a finanziamenti pubblici. Tra questi, la scuola elementare “Lombardo-Radice” di via Roma, l’ex orfanotrofio Sant’Antonio e il fabbricato B1 del Parco Primavera.

L’amministrazione punta inoltre a valorizzare diversi immobili destinandoli alla locazione o alla concessione per finalità di interesse pubblico. Tra le proprietà da gestire in questo modo rientrano:

  • Il Parco Primavera a Tuoro (64 appartamenti, 33 box, 34 cantinole e 3.800 metri quadri di terreno).
  • Il complesso di via Dietro Corte a San Clemente (32 appartamenti, un deposito e due posti auto).
  • Il Parco Schiavone di via Giulia a Centurano (12 appartamenti, una mansarda e un garage).

Beni sportivi e culturali: la sfida della gestione

L’amministrazione punta anche a coinvolgere i privati nella gestione di alcuni impianti sportivi, come lo Stadio Pinto, per il quale è stato approvato un project financing per la costruzione della nuova struttura, e il Palavignola.

Tra i beni più critici da valorizzare c’è la piscina comunale “Dennerlein” di corso Giannone, chiusa da due anni e oggetto di due gare d’appalto andate deserte. Il Comune continua a cercare un affidatario per riaprire l’impianto.

Un altro edificio destinato alla valorizzazione è il complesso interculturale di via Mazzini, noto come Villaggio Torre, che ospita spazi museali, sale culturali, un’emeroteca e locali commerciali con un’area esterna di 1.200 metri quadri. Infine, si attende il recupero di ex plessi scolastici a Centurano e dell’alloggio annesso alla chiesa di Santa Maria di Macerata a San Clemente.

L’obiettivo dell’amministrazione è duplice: da un lato, ridurre il deficit finanziario con la vendita di beni di grande valore, dall’altro, trasformare alcune proprietà in fonti di reddito stabile, garantendo servizi alla comunità.