Capua: l'ex sindaco Antropoli resta in carcere

Il riesame ha respinto il ricorso dei legali

Capua.  

Resta in carcere Carmine Antropoli, primario del Cardarelli ed ex sindaco di Capua. Il tribunale del Riesame di Napoli, infatti, al quale si erano appellati i suoi legali, Mauro Iodice e Angelo Raucci, ha respinto il ricorso confermando la misura cautelare. Le motivazioni saranno rese note tra 45 giorni. Antropoli fu arrestato all’inizio di febbraio con con l'accusa di concorso esterno in associazione mafiosa. Durante l’interrogatorio, alla presenza del Gip Fabio Provvisier, dei sostituti della Dda Maurizio Giordano e Sandro D'Alessio, il chirurgo respinse la ricostruzione accusatoria secondo cui sarebbe lui, come scrive il Gip nell'ordinanza di arresto, "il referente politico-istituzionale del clan dei casalesi sul territorio di Capua".

L'ex sindaco e coordinatore provinciale di Forza Italia, spiegó di aver conosciuto Francesco Zagaria, l'imprenditore finito in carcere perché ritenuto organico al clan guidato dal boss omonimo Michele Zagaria, per "questioni legate al mio lavoro di medico-chirurgo"; "con Zagaria ho avuto contatti sporadici, e non sapevo chi fosse e chi rappresentava", aveva raccontato.Poi diede la sua versione sull'incontro avvenuto nel suo studio il 3 maggio 2016, quando si dovevano preparare le liste per le successive comunali in cui Antropoli non si candidava come sindaco (aveva già fatto due mandati), e in cui l'imprenditore Zagaria avrebbe schiaffeggiato un aspirante candidato consigliere intimandogli di non presentarsi, perché i voti dovevano confluire sui candidati Ricci e Taglialatela (entrambi indagati). Antropoli ammise che Zagaria, quell'unica volta presente all'incontro politico, "schiaffeggiò il candidato perché gli animi erano caldi", ma a quel punto lui "cacciò tutti via dallo studio".