Clan e politica, il processo all'ex ministro Mario Landolfi

Battute finali per il processo a Landolfi, costola di quello a carico di Nicola Cosentino

Santa Maria Capua Vetere.  

Battute finali per il processo che si sta tenendo al tribunale di Santa Maria Capua Vetere che vede imputato l’ex ministro delle Telecomunicazioni,  Mario Landolfi. Si è chiusa, infatti, l’istruttoria dibattimentale e a giugno si terrà la prima udienza per la requisitoria del pubblico ministero. Il processo a Landolfi è una costola del procedimento a carico dell’ex sottosegretario nonché coordinatore campano del Pdl Nicola Cosentino, conclusosi in  primo grado con la condanna dell’ex politico di Casal di Principe a nove anni per concorso esterno in camorra. L’indagine “madre” era imperniata sulla gestione, ritenuta politica-mafiosa, del Consorzio comunale dei rifiuti Caserta4; se Cosentino avrebbe costituito il “referente nazionale dei Casalesi” (ipotesi confermata in primo grado), per la Dda l’altra leva del potere era detenuta dal secondo uomo forte del centro-destra nel Casertano, appunto Landolfi. Peraltro all’ex deputato viene contestato non il concorso esterno, ma un singolo fatto avvenuto nel 2004 a Mondragone, quando Landolfi avrebbe fatto dimettere il consigliere comunale di opposizione Massimo Romano per far entrare in Consiglio una persona che avrebbe aiutato l’allora sindaco Ugo Conte, di centro-destra, a tenere la maggioranza.  Queste manovre avvennero ad un mese dalle elezioni comunali e servirono a non far cambiare maggioranza nel Ce4, facendo in modo, per la Dda, che i clan di camorra potessero continuare a gestirlo di fatto tramite appunto il centro-destra.