Il consiglio dei ministri dimentica le carceri e la polizia penitenziaria

La preoccupazione di Gennarino De Fazio segretario generale della Uilpa

il consiglio dei ministri dimentica le carceri e la polizia penitenziaria

Ddl bilancio: dimenticate le carceri e la polizia penitenziaria

Caserta.  

“Quasi con incredulità rileviamo, stando almeno al testo diffuso, che nel disegno di legge di bilancio approvato ieri dal consiglio dei ministri le carceri e il corpo di polizia penitenziaria vengono totalmente ignorati. In particolare, niente e previsto per i detenuti affetti da patologie psichiatriche, nessuna risorsa viene stanziata per le infrastrutture e il lavoro carcerario, nulla di nulla viene appostato per l’ordinamento, gli organici e gli equipaggiamenti della Polizia penitenziaria. Tutto questo è inaccettabile”.

Lo dichiara Gennarino De Fazio, segretario generale della Uilpa polizia penitenziaria, a proposito della manovra di bilancio approvata dal Governo e che sta per approdare alle camere.

“Quanto si sta perpetrando sembra davvero inverosimile – continua il segretario della Uilpa pp –, non solo in relazione all’emergenza carceraria tuttora in atto e dopo i ripetuti ed eclatanti episodi di cronaca, giunti sino alla sparatoria di Frosinone, ma anche in relazione alle parole pronunciate dallo stesso presidente del consiglio, Mario Draghi, durante la replica alla discussione generale sulla fiducia alla camera dei deputati, laddove ha tra l’altro sottolineato che non deve essere trascurata la condizione di tutti coloro che lavorano e vivono nelle carceri. Parole, però, che sembrano destinate a rimanere clamorosamente tali”.

“Peraltro, tutto ciò sembra anche in assoluta antitesi – incalza De Fazio – con quanto riferitoci dalla Ministra della Giustizia Marta Cartabia e dal Sottosegretario delegato Francesco Paolo Sisto nella riunione che abbiamo tenuto in Via Arenula meno di due settimane fa. In quella occasione, difatti, si è parlato di medici del Corpo, di assunzioni straordinarie, di stanziamenti per moderne tecnologie ed equipaggiamenti. Invece niente di niente”.

“Considerato lo stato comatoso delle carceri e l’inadeguatezza degli organici del Corpo di polizia penitenziaria quantificata dallo stesso dipartimento dell’amministrazione penitenziaria in 17mila donne e uomini mancanti, auspichiamo che nei passaggi parlamentari si ponga efficace rimedio a omissioni che condurrebbero il sistema penitenziario al totale disfacimento, sulla pelle di operatori e detenuti. Non escludiamo, peraltro, - conclude - nessuna forma di mobilitazione al fine di sensibilizzare sul tema l’opinione pubblica e, soprattutto, quella politica che, evidentemente, finge di accendere i riflettori sulle carceri solo in occasione di fatti eclatanti, per spegnerli e voltarsi dall’altra parte immediatamente dopo”.