Celebrata ad Aversa la giornata del rifugiato

"Aprimi, accogliere, proteggere, integrare"

celebrata ad aversa la giornata del rifugiato

L’evento, intitolato “Houn Houn Hin Hin: Aprimi, accogliere, proteggere, integrare”, si è tenuto presso la presso la chiesa Madonna del Rosario in Gricignano di Aversa

Aversa.  

La diocesi di Aversa ha voluto celebrare la Giornata del Rifugiato, un momento di approfondimento e preghiera che ha rappresentato una tappa di preparazione alla giornata mondiale del migrante e del rifugiato in programma il prossimo 27 settembre.

L’evento, intitolato “Houn Houn Hin Hin: Aprimi, accogliere, proteggere, integrare”, si è tenuto presso la presso la chiesa Madonna del Rosario in Gricignano di Aversa e si è aperto con il Workshop “Conoscere per riconoscerti”.

Così Il direttore dell’Ufficio Diocesano Migrantes, don Evaristo Rutino commenta l'iniziativa: "Alla riflessione sulla drammatica condizione in cui si trovano i tanti rifugiati che da anni vivono - e che continuano ad arrivare in cerca di aiuto - nel nostro territorio, deve seguire un impegno concreto affinché vengano riconosciuti i loro diritti e si possano finalmente realizzare le loro speranze: riuscire finalmente ad avere un posto che si chiama casa, intesa come lavoro, scuola, famiglia. In una parola, dignità".

Oltre a don Rutino, nel corso del workshop sono intervenuti don Carmine Schiavone, direttore della Caritas Diocesana di Aversa; don Antonio Fabozzi, parroco della Madonna del Rosario; Roger Adjicoudé, Responsabile Area Immigrazione della Caritas Diocesana; Mara Vitiello, Presidente SolidArci; Massimo Viggiano, Siproimi Gricignano. Dopo il confronto è stata la volta delle testimonianze dei migranti e rifugiati del territorio, seguite dalla Preghiera Interreligiosa che ha visto la presenza del vescovo di Aversa, mons. Angelo Spinillo, e dei rappresentanti delle varie religioni (cattolica, musulmana, greco-cattolica, evangelica). A chiudere la giornata, la celebrazione eucaristica e il momento conviviale conclusivo.

Don Evaristo osserva in chiusura come non sia l’affacciarsi sul mercato del lavoro a rendere visibile l’uomo ma, piuttosto: "Il riconoscimento e la tutela dei suoi diritti fondamentali in quanto persona. Per questo motivo c’è bisogno di un concreto e ragionato piano di politiche di inclusione e solidarietà. La nostra chiesa diocesana è da sempre impegnata a favorire sul nostro territorio la cultura dell’accoglienza. In tal senso, costante e sempre viva è l’attenzione dei nostri uffici per l’Ecumenismo e della Caritas, da don Carmine a Roger, fino ai tanti volontari che offrono la loro disponibilità con lodevole spirito di servizio.”