"Il Governo chiuda gli allevamenti di animali da pelliccia"

Elisabetta Canalis esorta il presidente del consiglio Giuseppe Conte

il governo chiuda gli allevamenti di animali da pelliccia

Dopo le epidemie di Covid-19 negli allevamenti italiani, l'amica di lunga data della Peta chiede la fine del commercio di pellicce

A seguito delle segnalazioni di focolai di Covid-19 negli allevamenti di visoni in Italia, Elisabetta Canalis, sostenitrice della Peta, ha inviato una lettera al Presidende del Consiglio Giuseppe Conte, sollecitandolo a chiudere i restanti allevamenti di pellicce del Paese e a vietarne immediatamente il commercio.

La Canalis sottolinea che questi stabilimenti sono zone a rischio Covid-19. Secondo quanto riferito, la Danimarca ha ucciso 17 milioni di animali dopo che una nuova mutazione del coronavirus è stata scoperta negli allevamenti di visoni ed è stata poi trasmessa ai lavoratori, rischiando l’efficacia di un vaccino. Il coronavirus è stato trovato anche in allevamenti di animali da pelliccia in Grecia, Lituania, Paesi Bassi, Spagna, Svezia e Stati Uniti.

“Vorrei aggiungere la mia voce a quelle degli oltre 30.000 sostenitori della Peta che l’hanno già contattata per esortarla ad agire e a chiudere gli allevamenti di animali da pelliccia rimasti in Italia”, scrive la Canalis. “Ciò potrebbe aiutare a proteggere tutti gli esseri viventi e sicuramente risparmierebbe una vita di miseria agli animali”.

Continua sottolineando che oltre il 95% degli italiani si oppone all’allevamento di animali da pelliccia, e che stilisti italiani come Gucci, Furla, Armani, Versace, Elisabetta Franchi, e molti altri si rifiutano di usarle nelle loro collezioni.

Concludendo che “è la fine delle pellicce, ed è tempo che l’Italia si adatti ai tempi e vieti questo commercio crudele e pericoloso il prima possibile”.

La Peta fa notare che la maggior parte degli animali utilizzati per le pellicce trascorrono tutta la loro vita in gabbie minuscole, camminando freneticamente avanti e indietro, rosicchiando le sbarre e automutilandosi prima di essere uccisi con scosse elettriche, gas o veleno. Quelli che sono catturati in natura con le trappole possono soffrire per giorni prima che i cacciatori arrivino per sparargli, strangolarli, picchiarli, o pestarli a morte.

La Canalis ha già partecipato ad una campagna “Meglio nuda che in pelliccia” per la Peta e ha esortato Vogue Italia e la Camera Nazionale della Moda Italiana a vietare la pelliccia. La Peta - il cui motto recita in parte che “gli animali non sono nostri da indossare” - si oppone allo specismo, una visione del mondo basata sulla supremazia umana. Foto dalla facebook Elisabetta Canalis fan page.