Il Giubileo deve essere il tempo propizio per riconciliarsi con i propri nemici e fermare le guerre. Lo ha detto il Papa nel Messaggio Urbi et Orbi. "Fratelli e sorelle, non abbiate paura! La Porta è aperta, la porta è spalancata! Non è necessario bussare", venite, lasciamoci riconciliare con Dio, e allora saremo riconciliati con noi stessi e potremo riconciliarci tra di noi, anche con i nostri nemici. La misericordia di Dio - ha sottolineato Papa Francesco - può tutto, scioglie ogni nodo, abbatte ogni muro di divisione, la misericordia di Dio dissolve l'odio e lo spirito di vendetta. Venite, Gesù è la Porta della pace". "Entrare per la Porta - ha proseguito il Pontefice - richiede il sacrificio di fare un passo", "richiede di lasciarsi alle spalle contese e divisioni, per abbandonarsi alle braccia aperte del Bambino che è il Principe della pace. In questo Natale, inizio dell'Anno giubilare, invito ogni persona, ogni popolo e nazione ad avere il coraggio di varcare la Porta, a farsi pellegrini di speranza, a far tacere le armi ea superare le divisioni", l'appello del Papa .
"Possa la nascita del Salvatore portare un tempo di speranza alle famiglie di migliaia di bambini che stanno morendo per un'epidemia di morbillo nella Repubblica Democratica del Congo, come pure alle popolazioni dell'Est di quel Paese ea quelle del Burkina Faso, del Mali , del Niger e del Mozambico", ha detto Papa Francesco. «La crisi umanitaria che le colpisce è causata principalmente dai conflitti armati e dalla piaga del terrorismo ed è aggravata dagli effetti devastanti del cambiamento climatico - ha sottolineato il Pontefice -, che provocano la perdita di vite umane e lo sfollamento di milioni di persone. pure alle popolazioni dei Paesi del Corno d'Africa per le quali imploro i doni della pace, della concordia e della fratellanza". Francesco invoca ancora "l'impegno della comunità internazionale nel favorire l'accesso agli umanitari per la popolazione civile del Sudan e nell'avviare nuovi aiuti negoziati in vista di un cessate il fuoco". Papa Francesco torna poi a puntare i riflettori su un conflitto dimenticato dall'Occidente, quello del Myanmar. "L'annuncio del Natale richiede conforto agli abitanti del Myanmar, che, a causa dei continui scontri armati, patiscono gravi sofferenze e sono costretti a fuggire dalle proprie case". Nella sua disamina sulle sofferenze dei tanti popoli del pianeta, il Papa parla anche del continente americano e chiede che "si trovano al più presto soluzioni efficaci nella verità e nella giustizia, per promuovere l'armonia sociale, in particolare ad Haiti, in Venezuela, Colombia e Nicaragua, e ci si adoperi, specialmente in quest'Anno giubilare, per edificare il bene comune e riscoprire la dignità di ogni persona, superando le divisioni politiche".
"Il Giubileo sia l'occasione per abbattere tutti i muri di separazione: quelli ideologici, che tante volte segnano la vita politica, e anche quelli fisici". E' l'appello lanciato da Papa Francesco nel Messaggio Urbi et Orbi. Il pensiero va in particolare a quella "divisione che interessa da ormai cinquant'anni l'isola di Cipro e che ne ha lacerato il tessuto umano e sociale. Auspico che si possa giungere a una soluzione condivisa, che ponga fine alla divisione nel pieno rispetto dei diritti e della dignità di tutte le comunità cipriote".
