Pensioni: "Quota 103" e "Opzione donna" frenano le uscite anticipate

In Italia nel primo semestre 2025 l’INPS ha registrato una contrazione delle pensioni anticipate

pensioni quota 103 e opzione donna frenano le uscite anticipate

Finestre mobili più lunghe, ricalcolo contributivo, limiti economici e requisiti selettivi hanno reso i canali di pensionamento anticipato sempre meno accessibili, garantendo al contempo un risparmio per le casse pubbliche

Nel 2024 sono state liquidate appena 1.153 pensioni con Quota?103 e 3.573 con Opzione donna, confermando un drastico ridimensionamento rispetto al 2023. Nei primi sei mesi del 2025 le uscite anticipate complessive sono state circa 98.356, in calo del 17,4?% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Requisiti di Quota 103

Quota?103 nel biennio 2024-2025 richiede 62 anni di età e 41 di contributi, con finestre di attesa di 7 mesi nel settore privato e 9 mesi in quello pubblico. L’assegno è interamente ricalcolato con il metodo contributivo e limitato a quattro volte il trattamento minimo fino ai 67 anni di età. È inoltre vietato cumulare redditi da lavoro fino alla pensione di vecchiaia.

Opzione donna sempre più selettiva

L’accesso a Opzione donna è riservato a lavoratrici con almeno 61 anni di età (ridotti di un anno per figlio fino a un massimo di due) e 35 anni di contributi. È necessario rientrare in categorie specifiche: caregiver conviventi, invalide civili al 74?% o licenziate/dipendenti di aziende in crisi. La decorrenza dell’assegno è posticipata di 12 mesi per le dipendenti e 18 mesi per le autonome, con calcolo contributivo integrale.

Impatto e ragioni del calo

Le nuove condizioni hanno reso i due strumenti poco attrattivi, riducendo drasticamente la platea di beneficiari. Le misure, pensate per disincentivare i pensionamenti anticipati, hanno permesso allo Stato un risparmio significativo, apprezzato anche a livello europeo. Le critiche dell’opposizione sottolineano come l’anticipo pensionistico sia divenuto un privilegio per pochi, mentre il Governo rivendica il contenimento della spesa pubblica come obiettivo raggiunto.