Milano è travolta da un'inchiesta che scuote dalle fondamenta il sistema urbanistico della città. Coordinata dalla Procura, l'indagine coinvolge ventuno persone, tra cui spiccano nomi illustri dell’amministrazione e dell’imprenditoria immobiliare. Tra gli indagati figura ora anche il sindaco Beppe Sala, oltre all’assessore all’Urbanistica Giancarlo Tancredi, l’architetto Stefano Boeri e l’immobiliarista Manfredi Catella, fondatore di Coima. Secondo l’accusa, sarebbe esistito un sistema di pressioni incrociate, capace di favorire progetti edilizi attraverso canali privilegiati e comportamenti ritenuti penalmente rilevanti.
Le accuse a Sala
Due i reati contestati al primo cittadino: false dichiarazioni in merito alla nomina e alla permanenza in carica di Giuseppe Marinoni, presidente della Commissione Paesaggio, e concorso in induzione indebita legato al controverso progetto di ristrutturazione del cosiddetto “Pirellino”, il palazzo ex INPS in zona Porta Nuova. Secondo i magistrati, Sala avrebbe minimizzato o taciuto informazioni rilevanti circa conflitti d’interesse noti legati a Marinoni, confermato nella sua funzione malgrado fosse già attenzionato.
Il “warning” di Boeri
Clamorosa l’intercettazione risalente al 21 giugno 2023, in cui l’architetto Stefano Boeri scrive a Sala su WhatsApp: “Scusa l’ultima cosa… prendilo come warning per domani”. Per gli inquirenti, quel messaggio rappresenta un chiaro segnale di pressione nei confronti del sindaco, affinché la Commissione si esprimesse a favore del progetto. La conversazione è ritenuta un tassello chiave per dimostrare come attori privati potessero influenzare le scelte pubbliche in materia edilizia.
La reazione del sindaco
Il sindaco ha appreso dell’iscrizione nel registro degli indagati dalla stampa, definendola una notizia “allucinante” e rigettando ogni accusa. Ha ribadito di non aver mai esercitato pressioni su Marinoni né su altri membri della Commissione e di aver sempre agito nel rispetto della legge e dei pareri tecnici. Sala resta al suo posto, ma la bufera politica si fa sempre più intensa. L'opposizione in Consiglio comunale ha già annunciato richieste formali di chiarimento, se non di dimissioni.
Un sistema malato?
Gli atti della procura descrivono un sistema in cui figure pubbliche e private operavano in sinergia per pilotare decisioni urbanistiche. Tra le richieste dei PM, sei misure cautelari ai domiciliari per altrettanti soggetti, tra cui Catella e Tancredi. Secondo le ricostruzioni, alcuni progetti immobiliari sarebbero stati accelerati o approvati attraverso “pressioni sistematiche” su funzionari e membri di commissioni tecniche, a beneficio di operazioni miliardarie in aree strategiche di Milano.
