Verso il nuovo Dpcm: "Chiediamo altri sacrifici"

Il ministro Boccia: "Far nascere Gesù due ore prima non è eresia"

verso il nuovo dpcm chiediamo altri sacrifici

Queste sono ore di attesa per il nuovo Dpcm del premier Conte e per le nuove fasce delle regioni. Nella videoconferenza con Giuseppe Conte, i presidenti delle Regioni hanno chiesto al governo di valutare la chiusura delle frontiere in caso di divieto delle aperture degli impanti sciistici. L'obiettivo dei governatori sarebbe quello di evitare la concorrenza degli Stati europei che dovessero permettere le vacanze sulla neve.

Il governo ha confermato che la riapertura degli impianti sarà possibile solo dopo Natale: "Gli impianti da sci e il sistema vacanze invernali, che sono fondamentali per la nostra economia, riapriranno quando l'epidemia si sarà raffreddata, speriamo nel giro di un mese, un mese e mezzo".

Mentre per quanto riguarda i ristori saranno garantiti per tutte le attività che non potranno aprire. E' quanto avrebbe detto il ministro Boccia alle Regioni: "La sicurezza delle persone e la salute vengono prima di tutto. Dobbiamo chiudere questa seconda ondata evitando la terza e mantenendo la convivenza con il virus con il massimo della sicurezza. Anche in Germania si è scelta la linea della massima prudenza, nella consapevolezza che davanti a noi ci sono mesi invernali difficili, e questo vale fino a marzo".

Il ministro Boccia ha aggiunto durante la videoconferenza con gli Enti locali: "Seguire la messa, e lo dico da cattolico, due ore prima o far nascere Gesù bambino due ore prima non è eresia. Eresia è non accorgersi dei malati, delle difficoltà dei medici, della gente che soffre. Questa è eresia non facciamo i sepolcri imbiancati. Papa Francesco ha dato un esempio bellissimo a tutti nella scorsa Pasqua, a partire dalla Via Crucis. Il Natale non si fa con il cronometro ma è un atto di fede". Usa l'ironia per far capire che il governo non intende deflettere dalla linea della massima prudenza durante le festività. E il premier Conte lo dice chiaramente: "Altri sacrifici? E' necessario, non possiamo abbassare la guardia, gli italiani sono consapevoli che sarà un Natale diverso o ci esponiamo a una terza ondata a gennaio, con il rischio di un alto numero di decessi". 

L'altro tema toccato durante l'incontro tra governi e regioni, è la scuola: "Le regioni unanimamente hanno ritenuto di suggerire al governo di procrastinare al 7 gennaio ogni riapertura della didattica in presenza per chi è ancora oggi in didattica a distanza". Il presidente delle regione Liguria, Giovanni Toti, ha ribadito: "Tutte le regioni hanno unanimamente ritenuto di dire al Governo che si tratterebbe di una mossa inopportuna in questo momento soprattutto alla vigilia della pausa festiva delle scuole - ha detto Toti - in assenza di un programma di scaglionamento degli ingressi e in assenza di un servizio pubblico che oggi prevede capienza al 50% e andrebbe ritoccata".

Diversi i punti da chiarire per il nuovo Dpcm, uno è quello degli orari di apertura delle attività commerciali per lo shopping dei regali e di quelle di ristorazione. L'altro gli spostamenti tra regioni per raggiungere i parenti: anche su questo l'orientamento prevalente del governo sarebbe rigoroso, con il divieto totale, a prescindere dalle colorazioni, eventualmente con qualche deroga.

Oggi torneranno a riunirsi i capi delegazione di maggioranza, e potrebbero esserci anche Cts e Istituto superiore di sanità. A giorni, forse prima, saranno riconvocate le Regioni. Il nuovo Dpcm sulle misure anti contagio dovrebbe confermare l'impianto del decreto attuale, con la divisione delle Regioni in tre fasce, e introdurre specifiche restrizioni per il Natale.