Aumento dei pedaggi in autostrada: cosa prevedeva l’emendamento. Il decreto Infrastrutture, in discussione alla Camera, includeva un emendamento presentato dai relatori di tutte le forze di maggioranza che avrebbe introdotto, a partire dal primo agosto, un aumento dei pedaggi autostradali pari a un millesimo di euro al chilometro, ovvero un euro ogni mille chilometri percorsi. La misura era pensata per garantire 90 milioni di euro all’Anas, destinati alla manutenzione delle strade provinciali.
La reazione di Fratelli d’Italia: "Disappunto" a firma già apposta
Nonostante la firma condivisa inizialmente da Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia, è stato proprio il partito della premier Giorgia Meloni a manifestare per primo un certo disappunto. Il dietrofront ha creato un corto circuito interno, con tensioni evidenti ai vertici dell’esecutivo.
Lo scontro politico tra Salvini e Meloni
Matteo Salvini, vicepremier e ministro delle Infrastrutture, ha bollato l’aumento come «impercettibile». Tuttavia, dopo un confronto serrato con la presidente del Consiglio, ha chiesto il ritiro dell’emendamento. La scelta ha infastidito la Meloni, che secondo fonti di Palazzo Chigi ha ritenuto “pazzesco” che proprio Salvini volesse ora prendere le distanze da una misura proposta dal suo stesso ministero.
L’opposizione si scaglia contro il governo
Non si è fatta attendere la reazione delle opposizioni. Elly Schlein ha accusato Meloni di voler tassare chi va in vacanza. Giuseppe Conte ha parlato di «ennesimo colpo al costo della vita», mentre Matteo Renzi ha definito l’esecutivo «imbarazzante». Angelo Bonelli ha chiesto il ritiro immediato dell’emendamento, criticando il governo per l’assenza di una visione economica e sociale.
L’Anas resta senza i 90 milioni previsti
Con il ritiro del provvedimento, l’Anas perde una fonte di finanziamento da 90 milioni di euro. Resta ora aperto il problema di trovare risorse alternative per garantire gli interventi sulle strade provinciali, molti dei quali già programmati.
L’analisi dei rincari: quanto sarebbe costato il pedaggio
Secondo le stime tecniche, l’aumento avrebbe comportato un rincaro di 26 centesimi sulla tratta Roma-Firenze e fino a 76 centesimi per il percorso Milano-Napoli. Anche i mezzi pesanti avrebbero visto crescere il sovracanone da 18 a 19 euro ogni mille chilometri. Il sovracanone Anas, componente del pedaggio insieme alla tariffa delle concessionarie e all’IVA, era fermo dal 2010.
Un nuovo caso politico in piena estate
Il caso esploso nei giorni caldi dell’esodo estivo si aggiunge ai fronti già aperti nel governo, inclusa la tensione al Ministero della Cultura tra il ministro Giuli e la sottosegretaria Borgonzoni. Una tempesta politica in piena estate che ha riacceso il dibattito sulla tenuta della maggioranza e sulla credibilità delle scelte economiche.