Open Arms, la Procura sfida l’assoluzione di Salvini

Palermo, i pm saltano l’Appello e portano il caso direttamente in Cassazione

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Il ricorso è stato depositato il 18 luglio e si fonda sul presunto errore del Tribunale nell'applicare le norme sul porto sicuro. Ora tocca alla Suprema Corte stabilire se l’ex ministro dell’Interno agì o meno nel rispetto della legge

La Procura di Palermo ha deciso di non attendere l’Appello: con una mossa inusuale ma perfettamente legittima. Ha depositato un ricorso immediato in Cassazione contro l’assoluzione di Matteo Salvini nel processo Open Arms. I fatti risalgono all’agosto 2019, quando l’allora ministro dell’Interno impedì lo sbarco di 147 migranti soccorsi dalla nave della ONG spagnola, costringendoli a restare a bordo per 19 giorni davanti alle coste di Lampedusa.

Il Tribunale di Palermo, il 20 dicembre 2024, lo aveva assolto con formula piena, ritenendo che non vi fosse obbligo giuridico per l’Italia di concedere immediatamente un porto sicuro. Ma i pubblici ministeri non hanno condiviso tale interpretazione: secondo loro, proprio in quella lettura normativa si nasconde un errore decisivo.

L’errore di diritto contestato

Nel ricorso, i magistrati palermitani non mettono in discussione i fatti materiali, bensì la loro qualificazione giuridica. A loro avviso, la sentenza avrebbe travisato il significato delle convenzioni internazionali e delle norme italiane che disciplinano il salvataggio in mare e l’obbligo di assistenza umanitaria. In particolare, la Procura contesta la tesi secondo cui l’Italia potesse ritenersi libera dal dovere di accoglienza, solo perché il primo intervento era avvenuto in acque di competenza maltese. La giurisprudenza più recente – tra cui una sentenza delle Sezioni Unite civili sul caso Diciotti – sostiene invece l’esatto contrario: l’obbligo scatta anche in presenza di un soccorso operato da terzi, se l’approdo più sicuro è in Italia.

Il possibile esito della nuova fase

Il ricorso per saltum apre ora le porte alla Suprema Corte, che sarà chiamata a decidere se la sentenza assolutoria poggi o meno su una corretta applicazione del diritto. La Cassazione potrà confermare la pronuncia del Tribunale, rendendo definitiva l’assoluzione di Salvini, oppure annullarla e rinviare il procedimento alla Corte d’Appello, imponendo un nuovo esame dei profili normativi. È un passaggio cruciale, perché la decisione inciderà non solo sul destino giudiziario dell’ex ministro, ma anche sull’interpretazione futura delle regole che disciplinano le responsabilità dello Stato in materia di immigrazione e soccorso umanitario.

Una vicenda ancora aperta

Il caso Open Arms si è ormai trasformato in un terreno di scontro giuridico e politico che va ben oltre il singolo episodio. Per Salvini, che ha sempre rivendicato di aver agito “nell’interesse nazionale”, l’assoluzione era stata una vittoria simbolica. Per le ONG e per le associazioni umanitarie, invece, quel verdetto aveva aperto una pericolosa zona grigia nei doveri degli Stati verso i naufraghi. Con il ricorso in Cassazione, la battaglia si sposta ora sul terreno più alto del diritto: quello dove le parole dei giudici valgono quanto – e talvolta più – delle leggi scritte.