Le luci dei Palazzi romani sono più fioche, il Parlamento è in pausa e le commissioni parlamentari restano chiuse per la sospensione estiva. Ma dietro le porte, la politica non dorme. Agosto è il mese delle strategie silenziose, quello in cui le decisioni si prendono lontano dai riflettori e si preparano le mosse che segneranno il ritorno in aula e nelle piazze.
Quest’anno, il silenzio è interrotto da due fronti principali: la macchina amministrativa, che si appresta a vivere un innesto massiccio di personale, e il campo elettorale, con due appuntamenti chiave che potrebbero ridisegnare le mappe del potere regionale: Calabria e Campania.
Il maxi-piano di assunzioni nella Pubblica Amministrazione
Il governo sta mettendo a punto un piano di assunzioni senza precedenti negli ultimi anni: 9.300 nuovi posti di lavoro distribuiti su 33 amministrazioni centrali e locali, con un investimento di circa 300 milioni di euro.
Le assunzioni riguarderanno principalmente:
-
Ministeri chiave come Giustizia, Interno, Economia e Istruzione.
-
Agenzie fiscali, con particolare attenzione all’Agenzia delle Entrate e all’Agenzia delle Dogane, per rafforzare la capacità di controllo e recupero delle entrate tributarie.
-
Enti di ricerca e organismi di vigilanza, per sostenere innovazione e sicurezza.
-
Strutture periferiche dello Stato, con priorità alle aree a carenza di organico cronica, come i tribunali del Sud e gli uffici scolastici regionali.
Si punta a un mix di contratti a tempo indeterminato e determinato, con concorsi digitalizzati e procedure semplificate per ridurre drasticamente i tempi di immissione in servizio. È un messaggio politico chiaro: mostrare un’amministrazione pubblica capace di rispondere alle esigenze del Paese, anche in un momento di apparente stasi legislativa.
La sfida elettorale: Calabria e Campania come laboratori politici
Sul fronte elettorale, l’autunno sarà rovente. In Calabria, il centrodestra si prepara a una prova di forza interna: Matteo Salvini rivendica un ruolo determinante nella scelta del candidato, richiamando il “modello Zaia” come esempio di gestione vincente da replicare al Sud. L’obiettivo della Lega è chiaro: uscire dalla condizione di comprimario in un’area tradizionalmente più favorevole a Forza Italia e Fratelli d’Italia.
Ma c’è un’altra partita, meno chiassosa ma altrettanto cruciale: le regionali in Campania del 2025. Il governatore uscente Vincenzo De Luca (PD) non potrà ricandidarsi per il limite di mandati, e il vuoto di leadership apre uno scenario di forte competizione.
-
Nel centrodestra, si valutano profili capaci di tenere insieme l’area urbana di Napoli, le province costiere e l’entroterra interno, con un occhio al consenso sportivo e civico.
-
Nel centrosinistra, la ricerca di un erede di De Luca è complicata da divisioni interne e dalla concorrenza di candidati civici.
-
Il Movimento 5 Stelle punta a riaffermare la propria centralità al Sud, proponendo un candidato “di rottura” rispetto alle logiche tradizionali.
La Campania, con il suo peso elettorale e mediatico, sarà decisiva per testare gli equilibri nazionali: chi vince qui potrà presentarsi alle politiche con un capitale politico enorme.
Un autunno che si decide ora
Mentre l’opinione pubblica si distrae tra mare e montagna, nei corridoi della politica si stanno già scrivendo le prime pagine dell’autunno. Il maxi-piano di assunzioni sarà il primo banco di prova per la credibilità del governo, mentre Calabria e Campania diventeranno i campi in cui centrodestra e centrosinistra misureranno la propria tenuta reale. Per questo, l’estate politica italiana non è affatto un tempo morto. È un tempo di semina, dove il raccolto – buono o cattivo – si vedrà nei prossimi mesi.
