L’estate della politica silenziosa: un maxi piano con 9.300 assunzioni

Dalle assunzioni nella Pubblica Amministrazione alle sfide elettorali in Calabria e Campania

l estate della politica silenziosa un maxi piano con 9 300 assunzioni

La pausa parlamentare non ferma le manovre politiche. Il governo prepara un piano per 9.300 nuovi ingressi nella PA, mentre il centrodestra affila le armi in vista delle regionali d’autunno. Campania e Calabria diventano terreni decisivi

Le luci dei Palazzi romani sono più fioche, il Parlamento è in pausa e le commissioni parlamentari restano chiuse per la sospensione estiva. Ma dietro le porte, la politica non dorme. Agosto è il mese delle strategie silenziose, quello in cui le decisioni si prendono lontano dai riflettori e si preparano le mosse che segneranno il ritorno in aula e nelle piazze.

Quest’anno, il silenzio è interrotto da due fronti principali: la macchina amministrativa, che si appresta a vivere un innesto massiccio di personale, e il campo elettorale, con due appuntamenti chiave che potrebbero ridisegnare le mappe del potere regionale: Calabria e Campania.


Il maxi-piano di assunzioni nella Pubblica Amministrazione

Il governo sta mettendo a punto un piano di assunzioni senza precedenti negli ultimi anni: 9.300 nuovi posti di lavoro distribuiti su 33 amministrazioni centrali e locali, con un investimento di circa 300 milioni di euro.

Le assunzioni riguarderanno principalmente:

  • Ministeri chiave come Giustizia, Interno, Economia e Istruzione.

  • Agenzie fiscali, con particolare attenzione all’Agenzia delle Entrate e all’Agenzia delle Dogane, per rafforzare la capacità di controllo e recupero delle entrate tributarie.

  • Enti di ricerca e organismi di vigilanza, per sostenere innovazione e sicurezza.

  • Strutture periferiche dello Stato, con priorità alle aree a carenza di organico cronica, come i tribunali del Sud e gli uffici scolastici regionali.

Si punta a un mix di contratti a tempo indeterminato e determinato, con concorsi digitalizzati e procedure semplificate per ridurre drasticamente i tempi di immissione in servizio. È un messaggio politico chiaro: mostrare un’amministrazione pubblica capace di rispondere alle esigenze del Paese, anche in un momento di apparente stasi legislativa.

La sfida elettorale: Calabria e Campania come laboratori politici

Sul fronte elettorale, l’autunno sarà rovente. In Calabria, il centrodestra si prepara a una prova di forza interna: Matteo Salvini rivendica un ruolo determinante nella scelta del candidato, richiamando il “modello Zaia” come esempio di gestione vincente da replicare al Sud. L’obiettivo della Lega è chiaro: uscire dalla condizione di comprimario in un’area tradizionalmente più favorevole a Forza Italia e Fratelli d’Italia.

Ma c’è un’altra partita, meno chiassosa ma altrettanto cruciale: le regionali in Campania del 2025. Il governatore uscente Vincenzo De Luca (PD) non potrà ricandidarsi per il limite di mandati, e il vuoto di leadership apre uno scenario di forte competizione.

  • Nel centrodestra, si valutano profili capaci di tenere insieme l’area urbana di Napoli, le province costiere e l’entroterra interno, con un occhio al consenso sportivo e civico.

  • Nel centrosinistra, la ricerca di un erede di De Luca è complicata da divisioni interne e dalla concorrenza di candidati civici.

  • Il Movimento 5 Stelle punta a riaffermare la propria centralità al Sud, proponendo un candidato “di rottura” rispetto alle logiche tradizionali.

La Campania, con il suo peso elettorale e mediatico, sarà decisiva per testare gli equilibri nazionali: chi vince qui potrà presentarsi alle politiche con un capitale politico enorme.

Un autunno che si decide ora

Mentre l’opinione pubblica si distrae tra mare e montagna, nei corridoi della politica si stanno già scrivendo le prime pagine dell’autunno. Il maxi-piano di assunzioni sarà il primo banco di prova per la credibilità del governo, mentre Calabria e Campania diventeranno i campi in cui centrodestra e centrosinistra misureranno la propria tenuta reale. Per questo, l’estate politica italiana non è affatto un tempo morto. È un tempo di semina, dove il raccolto – buono o cattivo – si vedrà nei prossimi mesi.