Un attacco imponente e una Mosca “spiazzata”. Secondo Smagin, la Russia non era stata preventivamente informata dell’operazione israeliana contro l’Iran, e ne è rimasta “spiazzata”. L'entità dell'attacco ha colto di sorpresa non solo Mosca, ma anche altri attori regionali, rendendo la reazione russa poco più di una condanna formale .
Immobilismo sostenuto dall’evacuazione
Il Cremlino ha reagito limitandosi a evacuare i propri cittadini dall’Iran, senza intraprendere alcuna iniziativa militare o politica concreta. Smagin sottolinea che al meglio della propria capacità, la Russia ha esclusivamente espresso una condanna generica e un invito al ritorno al tavolo negoziale sul nucleare tra Teheran e Washington .
Debolezza strategica nel partenariato con Teheran
Nonostante un Accordo di partenariato strategico globale, la Russia non ha fornito sistemi di difesa avanzati all’Iran — un rifiuto, spiega Smagin, dettato più dall’impegno sul fronte ucraino e dai blocchi turchi e degli Emirati. Teheran, pur chiedendoli, non ha ricevuto potenti sistemi aerei o missilistici da Mosca .
Un ruolo d’interlocutore messo in crisi
Smagin sostiene che la decisione israeliana, assunta senza coinvolgere né avvisare la Russia, ha reso vana qualsiasi ricompensa diplomatica: “Mosca non otterrà nulla” e i negoziati sull’Ucraina restano stagnanti . In assenza di un accordo politico-militare con Teheran, l’influenza russa affonda.
Mediatori alternativi in campo
Finché il conflitto si muove sulla dialettica “attacco israeliano – risposta iraniana”, non c’è spazio per la mediazione. E se, come previsto da Smagin, Israele distruggerà fino alla metà del programma nucleare iraniano, anche le capacità tecniche russe diventeranno irrilevanti. Paesi neutrali come Oman, Qatar o Svizzera potrebbero così rivestire ruoli più influenti.
