Qualche ora fa, il presidente statunitense ha annunciato via comunicazione social che gli Stati Uniti avevano colpito con successo tre siti nucleari strategici iraniani. Ha definito l’operazione “completamente riuscita” e ha affermato che tutti i bombardieri erano rientrati in sicurezza.
I siti colpiti e l’arma impiegata
Fordow, sito sotterraneo situato 80–90?m sotto una montagna, ha subito l’impatto di bombe bunker-buster GBU-57 sganciate da bombardieri B-2 Spirit.Natanz e Isfahan sono stati colpiti con missili Tomahawk lanciati da sommergibile e, nel caso di Natanz, anche da GBU-57. Si tratta del primo uso in combattimento della potente GBU-57 MOP e di un massiccio impiego di forze aeree e navali.
Impatto strategico del blitz
Fordow era fino ad ora considerato inespugnabile a causa della sua collocazione profonda e delle difese robuste. L’uso coordinato di B-2 e missili ha deliberatamente mirato a neutralizzare la capacità iraniana di arricchire uranio ad alto livello. Gli Stati Uniti hanno annunciato che questa azione mira a costringere l’Iran a tornare al tavolo negoziale o subire “conseguenze maggiori”.
Reazioni e clivaggi
Israeliani: il premier Netanyahu ha salutato l’intervento come storico e necessario. USA: molti repubblicani lo sostengono, mentre esponenti democratici e alcuni giuristi contestano l’assenza di mandato del Congresso. ONU e diplomatici: esprimono preoccupazione per l’escalation del conflitto. Mercati finanziari: hanno reagito con calo delle borse e aumento del petrolio, mentre ulteriori instabilità energetica sono attese in caso di conflitto prolungato.
Risposta di Teheran
L’Iran ha confermato i danni subiti, pur minimizzandone la portata, e ha dichiarato che il proprio programma nucleare non si fermerà. Ha inoltre minacciato rappresaglie, tra cui possibili attacchi alle basi americane nella regione e la chiusura dello Stretto di Hormuz, soglia vitale per il traffico petrolifero.
Rischio di allargamento del conflitto
Entrando ufficialmente nel conflitto, gli Stati Uniti assumono una responsabilità diretta: confrontarsi con 40.000 soldati USA schierati nella regione e affrontare possibili attacchi alle linee marittime e infrastrutture locali. L’ipotesi di una guerra regionale amplia ulteriormente lo spettro dell’instabilità.
Prospettive future
L’attacco rappresenta un momento di svolta: da un lato, mette sotto pressione l’Iran costringendolo alla negoziazione; dall’altro, apre le porte a velocissime escalation violente. In assenza di un cessate il fuoco e di un negoziato credibile, la situazione rischia di precipitare.
Data dell’attacco confermata: tra le 2:30 e le 3:00 del 22 giugno 2025 (ora locale iraniana).