Marcinelle, la strage dei 136 minatori italiani morti a 1000 metri di profondità

Una pagina oscura nella storia del lavoro e dell'industria mineraria in Europa

marcinelle la strage dei 136 minatori italiani morti a 1000 metri di profondita

La causa dell'esplosione fu attribuita a un'alta concentrazione di gas metano all'interno delle gallerie, un rischio ben noto nella difficile e pericolosa attività mineraria.

Sono passati 67 anni dalla strage dei 136 minatori italiani morti per asfissia o ustioni, a oltre mille metri di profondita', nel pozzo n.1 - il 'Bois du Cazier' - divorato dalle fiamme, a Marcinelle (Belgio). Una tragedia che condiziono' i primi passi dell'Europa a un anno dalla firma del Trattato istitutivo della CEE, la Comunita' Economica Europea. E che impone tuttora all'Italia di riflettere "e continuare a lavorare" per impedire altri sacrifici di lavoratori, italiani o stranieri. E' la prima volta che un vice premier italiano partecipa alla commemorazione della strage di Marcinelle, paesino vallone un tempo snodo centrale del ricco bacino carbonifero belga.

Antonio Tajani (che in passato aveva partecipato alle commemorazioni nella veste di presidente dell'Europarlamento) quest'anno ha interpretato la ricorrenza come occasione per riflettere sulle vecchie e sulle nuove migrazioni, dopo che il Mediterraneo anche ieri e' stato teatro dell'ennesima tragedia di disperati, riaccendendo cosi' i riflettori su ferite ancora aperte: quella delle scarse tutele sul posto di lavoro e delle migrazioni non regolamentate. Ricordando l'8 agosto come la Giornata nazionale del sacrificio del lavoro italiano nel mondo, Tajani ha evidenziato come "bisogna impedire che nel 2023 ci siano ancora vittime sul lavoro" e sia necessario "continuare a lavorare" per la difesa e il rispetto delle regole a tutela dei lavoratori. "Questa commemorazione - ha aggiunto inoltre Tajani - ci ricorda l'importanza di migliorare le condizioni di vita, di garantire la sicurezza fisica e di rispettare le qualifiche professionali e le esigenze personali". 

In onore delle 136 vittime di quella strage, Tajani ha utilizzato anche l'italiano, "la lingua di quei minatori", per sottolineare alcuni passaggi del suo intervento dedicati al problema della nuova immigrazione. Perche' - ha sottolineato - "oggi tanti arrivano in Italia da lontano: sono migranti e sono esseri umani" e questo ci impone, ha aggiunto, "di mettere l'uomo, la persona, al centro del nostro agire". La tragedia di Marcinelle, un capitolo drammatico della storia dell'immigrazione italiana all'estero, ha rammentato Tajani in un altro passaggio del discorso, "ha contribuito a sensibilizzare le istituzioni europee" ed ebbe un "ruolo cruciale" nella loro costruzione. In particolare, ha insistito, "getto' le fondamenta dell'Europa di oggi e della cittadinanza europea, ispirata ai valori condivisi del rispetto per la dignita' umana e dell'uguaglianza dei lavoratori". Quel patrimonio di valori, ha qaffermato, oggi spinge i paesi membri, alla luce del dramma attuale dei migranti, "a lavorare insieme per affrontare le sfide comuni".

La presenza del vicepremier Tajani a Marcinelle, come anticipato dalla Farnesina, riflette l'importanza che il governo attribuisce non solo all'anniversario della strage, quest'anno celebrato in modo solenne, ma anche all'emigrazione come fenomeno attuale, che coinvolge milioni di italiani all'estero per lavoro e i tantissimi migranti stranieri che approdano sulle coste italiane. L'omaggio alle vittime di Marcinelle quest'anno ha anche previsto il sorvolo di due tornado dell'Aeronautica Militare italiana, di cui ricorre il centenario. Presenti, insieme al vicepremier Tajani, alle autorita' locali e all'ambasciatrice italiana in Belgio, Federica Fada, anche Paola Ruffo di Calabria, ex regina del Belgio, con i principi Aymeric e Nicolas, figli del principe Laurent e della principessa Claire.

La terribile storia

La tragedia di Marcinelle è una pagina oscura nella storia del lavoro e dell'industria mineraria in Europa. Questo drammatico evento si verificò il 8 agosto 1956, nella cittadina belga di Marcinelle, nei pressi di Charleroi.

Nel cuore della notte di quel fatidico giorno, una devastante esplosione scosse la miniera di carbone di Bois du Cazier, causando la morte di 262 minatori, di cui 136 erano di nazionalità italiana. Questi minatori, chiamati dai loro paesi di origine per lavorare nelle miniere belghe durante il boom economico del dopoguerra, stavano cercando una vita migliore per sé e le loro famiglie.

La causa dell'esplosione fu attribuita a un'alta concentrazione di gas metano all'interno delle gallerie, un rischio ben noto nella difficile e pericolosa attività mineraria. L'incidente segnò uno dei disastri industriali più gravi nella storia del Belgio e dell'Europa, e le conseguenze furono devastanti per le famiglie delle vittime e per l'intera comunità di Marcinelle.

Le operazioni di soccorso furono incredibilmente complesse e pericolose, poiché i corpi dei minatori furono recuperati tra macerie e detriti, spesso in ambienti fatiscenti e pericolosi. I sopravvissuti e i soccorritori dovettero affrontare condizioni estremamente difficili, e le speranze di trovare superstiti si ridussero rapidamente con il passare delle ore.

La tragedia di Marcinelle suscitò indignazione e un forte senso di solidarietà tra le nazioni coinvolte. L'Italia in particolare rimase sconvolta dalla perdita di così tanti dei suoi cittadini all'estero. Furono organizzati funerali di massa e giorni di lutto nazionale per onorare la memoria delle vittime. La tragedia segnò anche un punto di svolta nella regolamentazione e nella sicurezza delle miniere in Europa, stimolando una maggiore attenzione sulla protezione dei diritti dei lavoratori e sulla prevenzione di futuri disastri.

Oggi, il sito della miniera di Bois du Cazier è stato trasformato in un museo e un memoriale, che serve da luogo di commemorazione e riflessione sulla tragedia di Marcinelle. Questo monumento testimonia la memoria delle vittime e rende omaggio al sacrificio dei minatori che hanno perso la vita nel corso degli anni in nome del lavoro e dello sviluppo industriale.

La tragedia di Marcinelle rappresenta una lezione dolorosa sulla precarietà del lavoro e l'importanza di garantire condizioni di sicurezza e dignità per tutti i lavoratori. La sua memoria continua a essere un monito per ricordarci che la tutela dei diritti umani e il rispetto della sicurezza sul lavoro devono essere al centro di ogni società moderna e progressista.